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Assistenti di lingua italiana all’estero e il mancato riconoscimento del servizio

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Noi assistenti di lingua italiana all’estero chiediamo il riconoscimento degli anni di servizio svolti: 3 punti nelle GPS per ogni anno di servizio svolto nei paesi UE/extra UE.

IL PROGETTO: ogni anno il MIUR (ora MI) pubblica un bando di selezione sulla base di titoli ed esami degli assistenti di lingua italiana all’estero. È richiesta una laurea specialistica/magistrale in discipline linguistico-letterarie, esami di lingua e letteratura italiana ed esami di lingua e letteratura del Paese ospitante. In aggiunta, il MIUR valuta il possesso di master e certificazioni in didattica della lingua italiana a stranieri e certificazioni linguistiche. Nel 2020 il MI ritiene che questo progetto non sia degno di essere valutato ai fini dell’inserimento nelle GPS. 

IL RUOLO: l’assistente di lingua italiana contribuisce alla promozione ed alla conoscenza della lingua italiana all’estero. Affiancato al docente di lingua italiana, l’assistente gestisce i propri gruppi di studenti (di ogni ordine e grado), prepara le attività, coinvolge, motiva, stimola l’interesse dei discenti, contribuisce allo sviluppo delle loro competenze linguistiche e promuove l’Italia intera, permettendo ai giovani stranieri di scoprire le peculiarità di ogni regione. L’assistente si forma come docente, nella didattica della lingua italiana, sperimenta, si mette in gioco ed applica quanto appreso negli anni di studio.

IL PROBLEMA: nel 2017 l’assistentato all’estero è stato riconosciuto e valutato al massimo 3 punti per coloro che si inserivano nelle Graduatorie d’Istituto di III fascia: per ogni mese o frazione superiore a 15 giorni, punti 0,50 (fino a un massimo di punti 3 per ciascun anno scolastico), riportava la TABELLA B per le Graduatorie d’Istituto nel 2017. D’altra parte, nell’ALLEGATO A del bando di concorso per assistenti è riportato ormai da tempo che: Per la valutazione dei servizi prestati in qualità di “assistente di lingua”, sia da personale italiano in scuole estere sia da cittadini comunitari in scuole italiane, si rimanda alla normativa vigente al momento della prestazione del servizio. Le persone che, quindi, hanno svolto in passato la mansione di assistente di lingua all’estero si vedono private retroattivamente e con un’ingiustificata ed incoerente presa di posizione del MI dei punti che, per legge, spetterebbero loro. Nel 2020 la valutazione di quest’attività scompare del tutto ed il MI, sommerso dalle domande di ex e futuri assistenti, pubblica una FAQ a tre giorni dalla scadenza dei termini per l’inserimento nelle GPS con una risposta negativa.

PER SAPERNE DI PIÙ: gli italiani sono i più “vecchi” tra gli assistenti di lingua straniera; gli assistenti di inglese, di spagnolo, di cinese e di tedesco hanno in media 20 anni. Tale progetto viene riconosciuto all’interno del loro percorso di studi e valutato; lo stipendio è uguale per tutti, ovvero meno di 800€ al mese. In Italia, invece, oggi, lavorare come assistente non ha più alcun valore. Ci chiediamo allora che senso abbia mandare avanti il progetto.

DOMANDE: Com’è possibile che il Ministero, primo promotore del progetto, non lo ritenga più valutabile? Com’è possibile che il Ministero abbia completamente dimenticato e svilito un’intera categoria di lavoratori del sapere? Com’è possibile che da 3 miseri punti siamo arrivati a 0? Com’è possibile che la FAQ relativa sia uscita a tre giorni dalla scadenza dei termini per l’inserimento della domanda? Perché, in un Paese con un altissimo tasso di disoccupazione giovanile e un numero elevato di espatriati, il Ministero dell’Istruzione contribuisce a ridurre le possibilità di lavoro per i giovani?

Abbiamo tutto ciò che ci è stato chiesto (lauree, master, cfu integrativi, 24 cfu, certificazioni, etc…), chiediamo solo che il nostro lavoro venga riconosciuto!

Antenisca Sapio – Assistenti di lingua italiana all’estero