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Assumere in ruolo da Gps e stop ai vincoli per la mobilità dei neo-assunti, la doppia mossa di Pittoni per vincere il precariato

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Aprire alle immissioni in ruolo da Gps e stop ai vincoli triennali per i trasferimenti dei neo-assunti. La doppia richiesta, non molto lontana da quella formulata dal Ministero lo scorso febbraio a Bruxelles (senza avere sinora però una risposta definita), è arrivata il 30 ottobre da Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega.

“Nella scuola in anni recenti – ha detto l’ex presidente della VII commissione del Senato durante la Festa della scuola ad Ascoli Piceno – invece di agevolare le assunzioni a tempo indeterminato, si sono disperse notevoli energie per trovare centinaia di migliaia di supplenti. È vero che con la crisi demografica tra un decennio potremmo avere un milione di studenti in meno. Ma oggi la situazione è opposta: a mancare sono gli insegnanti”.

Il leghista ha spiegato che “agendo sul turnover pure un eventuale surplus di docenti è assorbibile al ritmo di 25/30mila unità l’anno. Non sarebbe cioè un problema”.

Quindi ha aggiunto: “per superare il precariato cronico degli insegnanti e agevolare le assunzioni invertendo la deriva delle supplenze – ha spiegato Pittoni – si sta lavorando a un progetto ispirato al mio disegno di legge 1920/20 che rilancia il cosiddetto “doppio canale” di reclutamento”.

Secondo Pittoni è ora però anche di superare la norma sui vincoli alla mobilità dei neo assunti, che sebbene ridotta da cinque a tre anni rimane saldamente in vigore (tanto che i sindacati hanno potuto fare ben poco anche in sede di rinnovo di contratto collettivo nazionale 2019/21): l’obbligo a rimanere per almeno un triennio nella stessa provincia, infatti, sarebbe alla base dall’alto numero di rinunce che da anni si registrano in corrispondenza delle immissioni in ruolo.

L’esponente del Carroccio ha detto che i tempi sono maturi anche per ripensare al “vincolo di permanenza dei docenti di ruolo, visto che ormai sono più i problemi che crea di quelli che risolve. Di fatto non garantisce la continuità didattica e mette pesantemente in difficoltà chi è assegnato lontano da casa, sia in termini economici che familiari, tanto che aumentano coloro che rinunciano al ruolo costringendo gli uffici scolastici ad affidarsi alle messe a disposizione, le Mad”, ha concluso Pittoni.