Home Reclutamento Assunzioni nel pubblico, arriva l’App inPA ma nella scuola è caos per...

Assunzioni nel pubblico, arriva l’App inPA ma nella scuola è caos per l’algoritmo delle Gps fallato: il Tar del Lazio inchioda il Ministero

CONDIVIDI

Agevolare le assunzioni nell’amministrazione pubblica attraverso l’utilizzo dell’App di inPA sviluppata dall’Università di Napoli Federico II: sarà in tal modo possibile consultare anche su smartphone, in modo più facile, le offerte del Portale del reclutamento della Pubblica Amministrazione. L’idea è già un Protocollo d’intesa con il Dipartimento della Funzione pubblica ed è stata presentato lunedì 13 marzo in occasione della terza tappa, nel capoluogo campano, di “Facciamo semplice l’Italia. PArola ai territori”, il tour che il ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, sta realizzando per raccogliere indicazioni e proposte.

L’aiuto tecnologico alle amministrazioni

 “L’introduzione dell’informatica nella PA – ha detto Zangrillo – non è un fine in sé, ma un mezzo per attuare i principi della buona amministrazione. Questa nuova App si aggiunge agli strumenti digitali già a disposizione dei cittadini. Una soluzione all’avanguardia che aiuta a cogliere in modo semplice le tante opportunità offerte dalle amministrazioni centrali e locali, che possono così selezionare le migliori professionalità necessarie per offrire servizi efficienti a cittadini e imprese”.

il Protocollo prevede anche l’impegno a promuovere la realizzazione della “Academy per la Pubblica Amministrazione“: una scuola di giovani talenti dotati di competenze trasversali e strategiche.

Ma la scuola ‘no’

Ma mentre la pubblica amministrazione guarda avanti e si prepara ad utilizzare al meglio i vantaggi forniti dal digitale on line e dai device da dove è possibile fruire di sempre più servizi, anche in chiave di reclutamento, nella scuola l’uso delle tecnologie telematiche applicate alle assunzioni continua a dare problemi.

Era accaduto nel 2016, con il cosiddetto “algoritmo impazzito” che spedì tanti neo immessi in ruolo della Legge 107 dell’anno precedente in scuole lontanissime (per poi “ingabbiarli” con i vincoli alla mobilità approvati di lì a poco); il problema, a suon di ricorsi, si è ripetuto nel 2020, in occasione dell’esordio delle Gps, allestite in fretta e furia dal dicastero gestito dall’allora ministra Lucia Azzolina in piena pandemia da Covid; infine, si è ripresentato, forse ancora più evidente, la scorsa estate, con polemiche e reclami a raffica sempre per malfunzionamenti dell’algoritmo.

I sindacati all’attacco: ricorso al Tar

Al punto che i sindacati hanno presentato prima richiesta di accesso agli atti per capire come fosse stato impostato, dall’azienda a cui era stato appaltato il servizio, il software di gestione delle procedure informatizzate di nomina dalle Gps: la risposta del ministero dell’Istruzione non ha evidentemente soddisfatto i rappresentanti dei lavoratori, che sono ricorsi al Tar. E il tribunale amministrativo, è storia di questi giorni, che gli ha dato ragione: il ministero dell’Istruzione e del Merito dovrà rendere noto e fornire per intero il software e l’algoritmo che hanno gestito le Gps “eventualmente mediante accesso anche da remoto al server”, ha detto il Tar nella sentenza emessa a proposito del ricorso della Gilda-Unams con il patrocinio degli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, aveva denunciato

Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda-Unams, parla “eclatanti errori nell’assegnazione delle supplenze. Adesso, grazie al provvedimento emesso dal Tar del Lazio, il ministero dovrà rilasciare tutta la documentazione richiesta, che sottoporremo a una perizia tecnica per verificare la funzionalità del software e dell’algoritmo e tutelare i docenti che potrebbero essere stati scavalcati nelle convocazioni”.

“I nostri tecnici – ha confermato l’avvocato Bonetti – hanno già iniziato ad analizzare i dati in nostro possesso e ora potranno verificare materialmente l’origine di tali errori”.

Qualche giorno fa anche l’Anief aveva ottenuto una sentenza analoga dallo stesso Tar laziale, sempre a proposito della richiesta di “accesso ai programmi informatici (software) utilizzati dal Ministero dell’Istruzione per la compilazione delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (in sigla GPS) di cui all’Ordinanza Ministeriale n. 112/2022 nonché per il conferimento dei contratti a tempo determinato mediante scorrimento delle medesime GPS”.

A fine febbraio la Sezione Terza Bis del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha pronunciato la sua sentenza, accogliendo la tesi dei legali dell’Anief perchè “non si può ‘prescindere dal recente rafforzamento del principio di trasparenza’” e dunque “il ricorso deve trovare accoglimento con obbligo dell’amministrazione di consentire l’accesso agli atti indicati nell’istanza di parte ricorrente” pure “eventualmente mediante accesso anche da remoto al server”.

“Occorre comprendere cosa sia realmente accaduto nella gestione dell’algoritmo che ha assegnato decine di migliaia di supplenze in troppi casi in modo random, è un sistema palesemente fallato, che ha prodotto troppi errori, creando ulteriore contenzioso e precarietà”, ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

In questo contesto, appare a dir poco improbabile pensare che la complessa gestione del reclutamento scolastico, fatto di graduatorie, precedenze e mille deroghe e cavilli, possa essere affidata o perlomeno agevolata da una semplice App.