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Audizione delle Regioni al Senato sull’istruzione professionale

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Una delegazione della Conferenza delle Regioni ha partecipato al Senato ad un’audizione sulla riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione in commissione Cultura. Presente anche le Province Autonome, in relazione ai decreti attuativi della legge 107 del 2015, la famosa “Buona Scuola”.

Per la Val D’Aosta l’assessora ha dichiarato al termine dell’Audizione:  “È stato un incontro molto positivo  nel corso del quale, insieme ai colleghi delle altre Regioni, abbiamo posto all’attenzione della Commissione una serie di rilievi che potranno portare un miglioramento alle norme in esame, nel rispetto delle peculiarità di ogni ambito territoriale e per garantire un raccordo più efficace tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro”.

La Commissione, presieduta dal Senatore Andrea Marcucci, ha preso in esame lo schema di decreto legislativo relativo al diritto allo studio, quello recante la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale, il decreto sull’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai 6 anni e, infine, quello relativo all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

 

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“Come avvenuto per l’attuazione della legge 107/2015 anche i decreti attuativi della stessa saranno oggetto di apposite leggi regionali, al fine di salvaguardare  e valorizzare le peculiarità del nostro ordinamento scolastico”.

“L’istruzione professionale è la parte del provvedimento che più ci interessa – ha spiegato invece Cristina Grieco, Coordinatrice della Commissione Istruzione, della Conferenza delle Regioni – in quanto le Regioni dopo il referendum costituzionale hanno mantenuto la competenza esclusiva sull’istruzione e la formazione professionale.

Abbiamo pertanto sostenuto che il rilascio delle qualifiche di formazione professionale mantengano un forte legame con le esigenze del territorio e quindi uno stretto collegamento con il mondo del lavoro.

In tal senso riteniamo molto positivi tutti gli aspetti che collegano l’istruzione con le attività lavorative e professionali. Pertanto siamo favorevoli alle previste possibilità di utilizzare esperti del mondo del lavoro e alle attività di scuola-lavoro, a partire dalla seconda classe.

Abbiamo inoltre sottolineato – spiega Grieco – quanto sia fondamentale la coerenza dei percorsi, così come sia indispensabile coinvolgere anche il Ministero del lavoro all’interno del processo riformatore.

Esprimiamo quindi un giudizio positivo anche sugli aspetti didattici e organizzativi del provvedimento.

In particolare va garantito il corretto coordinamento fra il sistema dell’istruzione professionale e quello dell’istruzione e formazione professionale, migliorando i sistemi di integrazione. Oggi abbiamo la possibilità di rendere sempre più efficace il loro interscambio e la loro connessione.

Siamo favorevoli anche al superamento dell’iper-disciplinarità. Prevedere troppe discipline comporta una eccessiva frammentazione, con ricadute negative soprattutto per l’abbandono scolastico.

E’ fondamentale quindi avvicinare i percorsi dell’istruzione professionale a quelli dell’istruzione e formazione professionale. E se si può fare di più in tal senso, facciamolo. Il Paese può ripartire se riusciamo finalmente ad avvicinare l’istruzione professionale al mondo del lavoro”.