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Autonomia differenziata, molti rischi per la scuola. No di Flc-Cgil, Cobas, Usb, Uil Scuola e sinistra non parlamentare

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“Ancora una volta, per il terzo anno consecutivo, il governo ha inserito come collegato alla legge di Bilancio un DDL per l’attuazione dell’autonomia differenziata. Contrariamente a quanto successo negli anni precedenti, questa decisione è stata presa senza che sia noto il testo del disegno di legge. In questo modo si impedisce ai cittadini e cittadine, alle forze sociali e politiche di conoscere nei dettagli un progetto che provocherebbe la frantumazione dell’unità della Repubblica con conseguenze irreversibili sulla vita di tutti e tutte”: lo sostengono i sindacati, i partiti, le associazioni e i movimenti che già si erano incontrati a Roma il 31 ottobre scorso e che adesso stanno hanno deciso di organizzare un presidio a Roma (Piazza Santi Apostoli) per il prossimo 21 dicembre.

Del “tavolo” fanno parte tra gli altri Cobas, Flc Cgil, Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista, Possibile, Sinistra Italiana, Priorità alla scuola, USB, i Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata e Uil-Scuola.

“La pandemia – sostengono le sigle che promuovono l’iniziativa – ha portato alla luce in modo eclatante tutti i limiti della ‘riforma’ del 2001 che, modificando il Titolo V della Costituzione, ha provocato disuguaglianze sociali e territoriali e disfunzioni nell’azione di governo e amministrativa che l’autonomia differenziata approfondirebbe ulteriormente”.
E, in una lettera aperta inviata a tutti i parlamentari, concludono: “Riteniamo del tutto inconcepibile che si pensi di procedere su questa strada in questa situazione che vede aumentare ogni giorno di più le diseguaglianze tra aree del Paese, tra cittadini e cittadine e, soprattutto, tra Nord e Sud, che vede i diritti fondamentali, sanciti dalla Costituzione, negati nei fatti a milioni di persone. Oggi, in una situazione di povertà e di crisi che la pandemia ha aggravato con le tensioni sociali, con la precarietà dell’occupazione e con le gravi difficoltà in cui versano interi settori sociali, l’Autonomia differenziata potrebbe aprire scenari che minacciano concretamente l’unità e l’indivisibilità della Repubblica”.

Il “Tavolo” chiede quindi al Parlamento di adottare “un atto di indirizzo affinché il disegno di legge sull’autonomia differenziata non sia più collegato alla legge di bilancio, in modo che sia possibile discutere e deliberare per riconsiderare questa materia in modo approfondito”.