Home Attualità Avanguardie educative: linguaggi digitali per alimentare una “galleria delle idee”

Avanguardie educative: linguaggi digitali per alimentare una “galleria delle idee”

CONDIVIDI

Indire definisce così le Avanguardie educative: “sono un movimento di innovazione che porta a sistema le esperienze più significative di trasformazione del modello organizzativo e didattico della scuola”.

Un movimento aperto alla partecipazione di tutte le scuole italiane che lavorano ogni giorno per trasformare il modello tayloristico di una scuola non più adeguata alla nuova generazione di studenti digitali, e disallineata dalla società della conoscenza.

Il movimento intende utilizzare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per cambiare gli ambienti di apprendimento e offrire e alimentare una “galleria delle idee” che nasce dall’esperienza delle scuole, ognuna delle quali rappresenta la tessera di un mosaico che mira a rivoluzionare l’organizzazione della didattica, del tempo e dello spazio del “fare scuola”.

Il movimento è nato dall’iniziativa congiunta di INDIRE, che è l’Istituto che fin dalla propria nascita nel 1925 si è sempre occupato di innovazione educativa, e di un primo gruppo di scuole che hanno sperimentato una o più delle idee alla base del movimento.

Un movimento che offrirà – alle scuole impegnate nella trasformazione radicale del modello educativo nelle sue varie dimensioni – la possibilità di alimentare la “galleria delle idee” e di partecipare alle iniziative previste su ciascuna delle proposte.

Il movimento delle Avanguardie si collegherà a tutti i gruppi di insegnanti, reti di scuole italiane ed internazionali esistenti che operano nella stessa direzione, e promuoverà ogni anno, a partire dal 2015, un’iniziativa nazionale sull’innovazione “.

I numeri delle Avanguardie educative sono: Fondatrici 22; Capofila 25 e Aderenti 522. Una delle esperienze più significative è quella dell’aula 3.0 ovvero uno spazio che riconfigura la sua organizzazione in termini di apertura verso l’esterno, ma che modifica anche il suo assetto in senso propriamente fisico.

Il tutto per favorire una didattica innovativa, che privilegia approcci laboratoriali e collaborativi.