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Azzolina, messaggio a Draghi: è con la politica che abbiamo superato il dramma del Covid senza tagliare i docenti, noi primo partito

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Lucia Azzolina difende a spada tratta il suo anno di gestione del ministero dell’Istruzione, caratterizzato in gran parte dalla drammaticità del Covid-19, con le scuole costrette per mesi alla chiusura (prima totale, poi parziale). E rifiuta, in linea con il M5s, il governo puramente tecnico che Mario Draghi sta cercando di allestire con non poche difficoltà.

Azzolina: restiamo uniti

“Non facciamoci travolgere dal racconto delle ultime ore, un racconto ingiusto e creato ad arte per creare instabilità”, ha detto Azzolina parlando all’assemblea dei gruppi M5S e commentando le accuse provenienti soprattutto dai renziani sui motivi della fine dell’esecutivo Conte bis e l’impossibilità di avviare il Conte ter.

“Il governo e il presidente del consiglio – riferisce la ministra uscente – hanno saputo gestire una stagione drammatica e lo hanno saputo fare perché hanno preso decisioni “politiche”. Anche decidere di mettere 10 miliardi di euro sulla scuola è stata una decisione politica, così come quella di non tagliare migliaia di insegnanti”.

Senza governo politico una sconfitta per tutti

“Non possiamo rinunciare oggi ad un governo politico: sarebbe – ha continuato Azzolina – una sconfitta cocente per tutti noi, per chi ci ha votato e per chi ha creduto in noi”.

Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, Azzolina ha quindi tenuto a che a dire che “il Movimento deve restare unito e ricordarsi che è la prima forza politica in Parlamento. A volte sembra che ce ne dimentichiamo, anche perché non siamo uniti”.

Poi, la titolare del dicastero dell’Istruzione ha voluto sottolineare i motivi che hanno portato il Movimento 5 stelle a dire ‘no’ al governo capitanato da Mario Draghi.

“Rinunciare alla “politica”, di fronte ad una emergenza come quella che stiamo vivendo, sarebbe una sconfitta per tutti”, ha concluso Azzolina.

Crimi: con noi grandi risultati

Nella stessa giornata, il capo politico del M5s, Vito Crimi, ha tenuto a dire i motivi del contrasto con Italia Viva.

“Renzi non voleva ricucire, alzava solo il prezzo. Voleva più ministeri ma ha chiesto di tutto: ha chiesto di concordare le nomine in RAI, in Cdp …” ha detto.

“In questo anno e mezzo – ha detto il grillino – abbiamo realizzato risultati grandi e abbiamo resistito nonostante la pandemia su alcune nostre battaglie storiche. Dobbiamo avere l’orgoglio di aver fatto tutto nel suo interesse del Paese Gli attacchi nei nostri confronti non sono mai mancati e continueranno a esserci. A noi non hanno mai risparmiato nulla”.

“Voi sapete – ha continuato Crimi – che sono stato sottosegretario all’editoria e quando volevo tagliare i fondi pubblici sono stato attaccato duramente da quei media stessi ai quali volevo togliere risorse. Lo stesso è successo con Luigi e Nunzia rispetto al reddito di cittadinanza, Toninelli per la battaglia su Aspi e lucia sulla scuola”.

Renzi su Draghi: è la speranza del Paese

Completamente diversa è l’interpretazione di Matteo Renzi: in un’intervista alla Cnn, il leader di Italia Viva, sostiene che “Draghi, una personalità ammirata nel mondo, sia il miglior presidente del Consiglio per l’Italia, in particolare in questo momento. E’ la speranza del Paese”.

“In Italia le sfide sono la campagna di vaccinazione, un pil che registra il peggior risultato della storia e c’è poi il tema della scuola. Educazione, salute, economia, sono le questioni principali”, ha detto ancora Renzi.

Verducci: governo uscente sostenga Draghi

Anche Francesco Verducci, vice presidente commissione Cultura e Istruzione, elogia Mario Draghi: “è uno dei simboli dell’Europa. Nel momento in cui l’eurozona stava implodendo dopo la crisi finanziaria del 2008 tra veti ed egoismi, Draghi impose un cambio di rotta con una politica monetaria espansiva”.

“Se oggi l’Europa è in piedi ed è stata capace di ripensarsi e di rilanciare una politica di investimenti per affrontare la crisi sociale ed economica lo si deve anche a quelle basi. Il Governo Draghi avrà una fortissima impronta europeista”.

“Non mi stupisco che Meloni e Salvini dicano di no. Ma spero che tutte le forze che hanno sostenuto il secondo Governo Conte scrivano con Mario Draghi un programma europeista per sconfiggere la pandemia e pensare un nuovo modello di sviluppo che metta al centro le infrastrutture sociali per il lavoro, per il diritto allo studio, per le nuove generazioni”, ha concluso Verducci.