Home Attualità Bambini e genitori in carcere, la campagna di “Children of Prisoners Europe”

Bambini e genitori in carcere, la campagna di “Children of Prisoners Europe”

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Quando le frontiere della libertà individuale si chiudono, non per un temporaneo quanto urgente e drammatico lockdown, ma per la detenzione, conseguenza di illegalità di ogni tipo, spesso non si considera come nel processo siano coinvolti bambine e bambine. A questo tema, scottante e poco noto, ma non per questo meno serio e importante COPE, Children of Prisoners Europe https://childrenofprisoners.eu/ dedica ogni anno una campagna. Di COPE fa parte l’Italia che ogni anno organizza per tutto il mese di giugno “Bambini senza sbarre”, una serie di iniziative a cui collaborano il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, la Campagna Carceri aperte per portare alla ribalta il tema della relazione figli – genitori detenuti, organizzando in ogni istituto penitenziario dei momenti speciali per le famiglie.

Alla fine di maggio si è svolta la conferenza di apertura della Campagna, che ha visto quasi 400 partecipanti, da ben 38 paesi, dall’Europa all’Africa, con la Nigeria per esempio, dall’America del Nord a quella del Sud.

Il tema affrontato quest’anno – Non interrompere il legame fra i figli e loro genitori detenuti, nella crisi di Covid-19 e oltre, la situazione in Europa – è stato certamente molto sentito in questo periodo di pandemia, con le carceri chiuse in quasi tutti i paesi del mondo e la conseguente impossibilità per milioni di bambin e bambinei nel mondo di poter fare le periodiche visite ai genitori detenuti. Sono visite diventate “virtuali” tramite l’uso delle piattaforme di video-chat offerte dal Web. Tra le riflessioni emerse durante la conferenza c’è l’importanza che questo tipo di azioni possano portarei bambini a cambiamenti positivi non solo per loro, ma anche per le persone detenute e le loro famiglie, nella convinzione che le visite online in epoca COVID-19 non andranno a sostituire in alcun modo le visite di persona nel dopo Covid-19. A stabilirlo infatti è un diritto sancito dalla Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia, poi diventata Raccomandazione europea nel 2018, che riconosce formalmente il diritto dei minorenni alla continuità del proprio legame affettivo con il genitore detenuto e, al contempo, ribadisce il diritto alla genitorialità. Il prossimo appuntamento sarà il 25 giugno 2020, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, quando si svolgerà la videoconferenza europea di chiusura dal titolo “Figli e genitori, rimaniamo connessi”, in questa occasione interverrà anche la presidente della rete Children of Prisoners Europe COPE, Lucy Gampell, e i relatori che hanno dato la loro adesione all’iniziativa.