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Beppe Grillo a Che Tempo Che Fa: “Scuola dell’obbligo? Dovrebbe durare fino a 50 anni. Università case di riposo per giovani”

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Ieri, 12 novembre, il comico Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5Stelle, è stato ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, sul Nove. Qui si è lanciato in un vero e proprio show dopo anni di assenza dalla televisione, parlando di vari temi con la verve che lo contraddistingue.

“Ho rovinato un Paese”

“Ho fallito, ho rovinato un Paese: tutti quelli che ho mandato a quel paese sono al governo”, ha detto sarcastico all’inizio del suo intervento, come riporta La Repubblica. “La mia rabbia era buona e ce l’ho ancora. Sono buono dentro, una rabbia giusta esiste: non è la rabbia fredda che è brutta”, ha detto.

E, su Luigi Di Maio: “‘Gigi’ era bravo, era il politico più preparato che c’era ma non ci aspettavamo che si facesse prendere dal potere. Siamo stati insieme a scegliere Giuseppe Conte, poi ci ha pugnalato alle spalle. Quando abbiamo scelto Conte lui non era iscritto al Movimento, avevamo bisogno di uno della società civile, parlava e non si capiva cosa diceva e quindi era perfetto”.

Grillo ha difeso i 5Stelle: “Abbiamo fatto cose meravigliose oggi al governo oggi manca una visione, ci sono cose epocali di cui occuparsi, come l’intelligenza artificiale. Questo governo è una decalcomania: devi stare fermo e quando si asciuga si stacca da solo. Fa solo quel che può”.

Grillo sui giovani di oggi

E poi, sulla scuola, Grillo ha lanciato una provocazione: “Il 75% degli italiani capisce barlumi di discorsi. Noi abbiamo 4500 case editrici, facciamo 130 mila libri all’anno e il 50% degli italiani non legge un libro, non va a teatro. Abbiamo un ritorno di ignoranza che è pazzesco. Ma non dei giovani, ma di quelli della mia età. È pazzesco. La scuola dell’obbligo dovrebbe durare fino ai 50 anni”, ha detto.

E, sui giovani: “Io sono andato in una casa di riposo per giovani, un’università. Li ho visti demotivati, sotto i 25 o 23 anni non sapevano neanche chi fossi io o il Movimento, non interessa loro più la politica dei partiti, non guardano più la tv, non credono più a niente, neanche a Dio”.