Matteo Renzi twitta per annunciare che farà “tesoro di suggerimenti e critiche” sul ddl di riforma della scuola, e subito si accende la polemica tra i suoi followers.
A chi gli suggerisce di ripassare “il concetto di democrazia…”, rincarando l’accusa con un secco “parlate tanto e non ascoltate nulla!”, il presidente del Consiglio replica senza esitazioni: “Ascoltare significa ascoltare, non assecondare per forza. Non è che o facciamo ciò che dice lei o non siamo democratici…”, dice.
C’è poi chi lo accusa di aver deciso tardi di ascoltare il mondo della scuola (“potevi sentirli prima cervellone”, scrive Flavien), Renzi replica: “Scusi, Lei sa che abbiamo fatto una consultazione pubblica da settembre 2014?”. “Che fine hanno fatto i nostri suggerimenti? Ma dove vivi?”, è la controreplica di un altro utente di Twitter.”Io tra Roma e Firenze. Ma entrando nel merito: su quali punti dissente?”, gli risponde il capo del governo.
Renzi, poi, nega di aver parlato di “insegnanti manovrati”: “Quando mai avrei detto questo, scusi? Nella lettera e nel video dico esattamente il contrario”, scrive. Anche sui docenti di seconda fascia contraddice uno dei suoi interlocutori: “Non stiamo licenziando nessuno. E il piano pluriennale c’e’. Ma con concorso”. E sulle motivazioni del suo interesse per il dialogo con chi protesta, Renzi esclude le scadenze politiche immediate.
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