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Bullismo, il triste sfogo di un 15enne: “La scuola non mi ha aiutato. I docenti mi dicevano che non potevano farci nulla”

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Ancora un episodio di violenza, psicologica e fisica, a scuola. La piaga del bullismo continua a colpire: un 15enne di Cremona, come riporta Il Corriere della Sera, è stato vittima di continue vessazioni senza ricevere, a quanto pare, il supporto necessario da parte della scuola.

Il ragazzo, che frequenta il secondo anno delle superiori, si è sfogato ai microfoni del quotidiano spiegando che la sua vita a scuola, l’anno scorso, è praticamente diventata impossibile a causa di due bulli, un ragazzo e una ragazza. I due hanno preso di mira lo studente in questione, nascondendogli il materiale scolastico, imbrattandogli il banco e la sedia con l’amuchina durante la lezione. Come se non bastasse, tutto è stato documentato spesso anche sui social. Ad esempio, è stato pubblicato un video su Instagram in cui la vittima, incerottata sul volto con il nastro adesivo mentre si allaccia una scarpa, perde l’equilibrio e cade.

Le punizioni non hanno fermato i bulli, anzi

Lo studente afferma di non essere stato aiutato dal suo istituto: “Mi sono sentito solo. La scuola non mi ha aiutato, come se fossi io nel torto. Non hanno attivato i protocolli”, ha detto. Per questo dopo un po’ ha deciso di rivolgersi alla polizia postale.

Quest’anno il ragazzo ha trovato i bulli ancora nella sua classe. Solo dopo l’intervento di chi indaga, sono stati spostati in un’altra sezione. Ciò però ha di fatto peggiorato la situazione. I ragazzi crudeli hanno promesso vendetta al loro bersaglio. Uno dei due ha addirittura scritto in una chat: “Vendicatemi, ammazzatelo”.

Lo studente, stanco e sopraffatto, si è così diretto in questura, con i genitori e l’avvocato Simona Bozuffi. “Ogni giorno uno scherzo diverso — racconta —. Ho parlato con i professori. Mi dicevano che non ci potevano fare niente. Quando ho scoperto il video, mi sono lamentato con gli insegnanti. Si sono arrabbiati, hanno fatto andare il ragazzo in vicepresidenza. L’unica punizione è stata una nota disciplinare, chiamare i loro genitori. Poi, nulla”.

I bulli hanno avuto 6 in condotta, di cui però si sono pure vantati. In quei mesi, la vittima ha cercato di parlare con la dirigenza ma, racconta, “Venivo evitato”. Neanche i compagni sono stati d’aiuto: “Avevo tutta la classe contro. Mi insultavano per aver fatto la spia. I professori hanno deciso di fare un incontro di appena due ore con la referente del bullismo, ma non è servito a niente. Mi hanno proposto lo psicologo, una sola volta, perché era maggio e la scuola stava per finire”.

I genitori dello studente preso di mira, che ancora incontra i bulli di cui è terrorizzato nel corridoio della scuola, non ci stanno: “Non abbiamo trovato aiuto. I genitori dei due ragazzi non ci hanno chiesto scusa. Nostro figlio vuole solo essere rassicurato dalla scuola”.

La risposta della dirigente scolastica

Dal canto suo, la dirigente dell’istituto afferma di aver fatto tutto il possibile per aiutare il ragazzo, negando le sue accuse: “La scuola ha agito, ha ascoltato e anche quest’anno ha attivato azioni a supporto — spiega la preside —. La scuola non può sottrarsi al suo compito educativo e formativo. I genitori hanno la responsabilità di accompagnare i loro figli. Deve esserci unità di intenti. La scuola sta monitorando come ha sempre fatto per cercare una atmosfera di serenità e di accompagnamento”.

Resta da capire se c’è stata effettivamente negligenza da parte della direzione della scuola o se la situazione è talmente complessa e delicata da gestire che non è stato facile individuare le misure da adottare per affrontarla.