Home Politica scolastica Buona Scuola, per il M5S non va più smantellata: ora basta “superarla”

Buona Scuola, per il M5S non va più smantellata: ora basta “superarla”

CONDIVIDI

Sulla Buona Scuola il Movimento 5 Stelle rimane fermo sulle sue intenzioni, fortemente critiche, espresse più volte nel corso della campagna elettorale e ribadite in questi ultimi giorni nel contratto di governo realizzato con la Lega Nord. Ora, però, non si parla più di “smantellare” la riforma Renzi, ma del suo “superamento”.

Un’espressione più morbida

L’espressione, decisamente meno radicale, è stata usata da Luigi Di Maio, il capo politico del Movimento 5 Stelle, a margine di un incontro elettorale svolto a Imola sabato 19 maggio.

 

“Ci sentite parlare – ha detto Di Maio – di reddito di cittadinanza, superamento della Legge Fornero, abbassamento delle tasse, interventi nella sanità, superamento della Buona Scuola, di disabilità”.

Il grillino ha confermato anche l’intenzione di realizzare “un ministero della disabilità bloccheremo la proliferazione del gioco d’azzardo. Tutti temi che sono stati ignorati o peggiorati. È il momento dei diritti sociali”.

Il nuovo vocabolo anche nel contratto di governo

Non si parla più di soppressione della Legge 107/15 nemmeno nell’ultima versione del contratto M5S-Lega: “in questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo della scuola si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la c.d. “Buona Scuola”, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza per consentire un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. “classi pollaio”, dell’edilizia scolastica, delle graduatorie e titoli per l’insegnamento”.

Il documento, nelle prossime ore verrà messo nelle mani del Capo dello Stato assieme al nome del premier.

Il nome del premier da proporre è ancora in alto mare

A questo proposito, Di Maio però non si è sbottonato: “sono molto tranquillo, perché abbiamo portato al Governo il nostro vero leader che è il programma. Sono le istanze dei cittadini. E’ un contratto pieni di diritti sociali, quei diritti sociali che sono stati distrutti dal governo del Pd in passato e oggi rientrano centrali nel dibattito politico”.

Domenica 20 maggio, prima di pranzo, comunque, è previsto un ultimo incontro tra Salvini e Di Maio: sarà, probabilmente, la tappa decisiva che porterà al nome del presidente del Consiglio da indicare a Sergio Mattarella.

Premier politico o tecnico?

Tra i nomi più papabili di un possibile premier, figurano Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, qualora il M5S optasse per una figura politica. Se, invece, alla fine dovesse imporsi la linea “professionista incontestabile che ha contribuito alla stesura del programma” di cui parla Salvini, le chance maggiori sono per il giurista Giuseppe Conte e l’economista Andrea Roventini. Meno possibilità per l’economista del M5S Lorenzo Fioramonti perché figura tra i parlamentari.

Tra i prof possibili, scrive l’Ansa, ci sono anche Domenico De Masi, Leonardo Becchetti e Alfonso Celotto. Ma sono tutti profili che, rispetto a Conte e Roventini, hanno chance minime.