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Calming rooms, le aule per gli studenti con disturbi: tra violenza fisica e metodi poco ortodossi. Scoppia il caso nel Regno Unito

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L’aumento della percentuale della popolazione studentesca affetta da Disturbi Specifici dell’Apprendimento, determinato non solo da un maggiore riconoscimento attraverso l’affinamento degli studi, ma anche dalla maggiore sensibilizzazione delle masse nei confronti di tale tema, costringe le scuole a riorganizzare non solo i propri programmi ma i rispettivi luoghi presso i quali gli stessi vengono condotti. La creazione di spazi adeguati e designati per gli studenti affetti da disabilità costituisce, nelle aree urbane densamente popolate, un discriminante fondamentale per le rispettive famiglie, le quali non valutano solo ed esclusivamente l’inserimento potenziale e didattico dei figli affetti da disturbi (siano questi fisici, di apprendimento o cognitivi), ma soprattutto le strutture e le aree a questi designate. Da oltre un ventennio nel Regno Unito esistono degli obblighi formali relativi alla creazione di spazi adibiti alla popolazione scolastica affetta da disabilità: almeno un’aula dev’essere dedicata, laboratorio o palestra che sia. Sono state definite inoltre le “calming rooms” aule adibite a chi soffre di disturbi comportamentali, cognitivi o di autismo. Queste sono al centro di un’attuale polemica relativa ai metodi per calmare gli studenti, che spesso risultano poco ortodossi e non in linea con le direttive. Accade in particolare nelle scuole speciali.

Violenza fisica e psicologica

Il personale è stato filmato mentre picchiava, prendeva a calci e lasciava all’interno dei servizi igienici gli alunni delle scuole speciali, ha scoperto la BBC. Nonostante la scuola abbia dimostrato abusi nelle cosiddette “calming rooms”, alcuni membri del personale sono ancora impiegati lì e non gli è stato impedito di lavorare con i bambini. Nel 2021, una nuova dirigenza della scuola di Walthamstow, a nord-est di Londra, ha scoperto una scatola sigillata contenente 44 memory stick di filmati CCTV provenienti dall’interno di tre aule. È una delle scuole speciali più grandi del Regno Unito con circa 370 alunni. La BBC ha poi rivelato che un’indagine congiunta della polizia metropolitana e delle autorità locali era stata avviata sugli “abusi organizzati” da parte del personale tra il 2014 e il 2017, quando le stanze erano inaccessibili ad altri membri del personale ed altri studenti. Solo questa settimana il quotidiano ha potuto prendere possesso dei materiali video. Questi rivelano terribili abusi e negligenze che hanno colpito 39 alunni, molti dei quali non sono in grado di fare dichiarazioni circa quanto accaduto.

Strumenti, violenza e fatti riscontrati

È stato dimostrato che sei membri del personale hanno abusato di alcuni studenti, sulla base delle probabilità, ma non sono stati licenziati – e almeno un rinvio al Disclosure and Barring Service (DBS) per la relativa sospensione è stato raccomandato ma non effettuato. Dai rapporti scolastici e comunali trapelati, dalle richieste di informazioni e dalle interviste con dipendenti attuali ed ex, l’indagine della BBC ha rivelato che:

  • Gli alunni sono stati lasciati soli nelle stanze per un massimo di quattro ore, con filmati che li mostravano senza vestiti, e cosparsi di sporcizia, cibandosi di briciole a terra;
  • Gli studenti venivano “sbattuti”, presi a calci e colpiti con forza “senza evidente giustificazione”;
  • Il consulente delle risorse umane ha identificato più di 20 clip CCTV di uso eccessivo di forza e registrazioni di note della polizia che descrivevano possibili aggressioni, ma nonostante ciò il Crown Prosecution Service non ha raccomandato azioni penali;
  • Un informatore che lavorava nella scuola descrive ciò che hanno visto sulle telecamere a circuito chiuso come “tortura” e dice che le stanze erano peggio delle celle di un qualunque penitenziario.

L’informatore si è rivolto alla BBC in quanto credeva che le indagini della scuola fossero state soggette ad un “insabbiamento” da parte delle autorità dell’istituto.