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Caro Sergio Mattarella, cosa ne pensa della valutazione degli studenti sui proff?

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Caro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e mi consenta, vero Ministro della “pubblica” istruzione, quando ancora si chiamava Pubblica, volevo farla partecipe di queste mie considerazioni. Oggi, parlando con alcuni dirigenti scolastici ho percepito un forte dissenso nei confronti del prossimo Decreto sulla valutazione del personale scolastico. Tutti d’accordo nel definire la valutazione degli studenti sugli insegnanti un grandissimo errore, un modo sbrigativo e superficiale che serve solo a risparmiare denaro pubblico e fa capire quanto poca considerazione ci sia nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico da parte di questa classe politica. Ci vogliono gli ispettori dipartimentali che in Italia non ci sono. Bisognerebbe attivare un concorso pubblico per almeno 10 mila dirigenti ispettori per aree disciplinari. Così che si valuta l’istruzione, la didattica e non elevando a valutatori didattici i bimbi-minchia che sanno contare fino a tre e a quattro sudano (mi scusi il francesismo…).

L’Ocse bacchetta gli studenti italiani. L’indagine promossa realizzata per l’Italia dall’Isfol sono desolanti: gli alunni italiani, in una scala che va da zero a 500, nelle abilità alfabetiche fondamentali per vivere e lavorare, hanno un punteggio di 250, contro una media Ocse di 273 mentre ai primi posti c’è il Giappone e la Finlandia.

Quanti studenti italiani dei licei, istituti tecnici e professionali sono in grado di interpretare correttamente un testo?

La maggior parte studia mediamente una – due ore al giorno, la loro attenzione durante una lezione dura massimo 15/20 minuti. Gli studenti li conosciamo, sono opportunisti, simpatici ma un po’ paraculi.

Nel sesto rapporto annuale pubblicato ad ottobre 2014 dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, promosso dalla Fondazione Intercultura e Fondazione Telecom Italia e condotto da Ipsos, con l’intenzione di documentare ciò che accade in Italia in tema di dialogo interculturale e scambi giovanili internazionali, stimolando l’apertura internazionale del nostro sistema scolastico.

Emerge una sostanziale bocciatura degli studenti italiani altro che “Buona Scuola”.

A tale proposito, tre sono i punti salienti evidenziati dal sondaggio:

Insufficiente preparazione scolastica dei neodiplomati. 5.1 è il voto che i docenti universitari danno alla preparazione di chi esce dalle scuole superiori; principali aree critiche la difficoltà con le lingue straniere e le scarse capacità di problem solving.

Solo un neodiplomato su quattro può essere considerato “brillante”, ma il rapporto potrebbe migliorare investendo sull’apprendimento delle competenze trasversali che secondo l’Unione Europea la scuola dovrebbe sviluppare.

Scarso riconoscimento formale delle esperienze all’estero.

Come si può lasciare in mano agli studenti un sistema di valutazione o di partecipazione alla valutazione dei docenti.

Possiamo fidarci della loro obiettività? A loro, si potrebbe chiedere il grado di soddisfazione sulle pulizie delle aule, dei laboratori, delle attrezzature, se con i contributi volontari sull’acquisto di nuove attrezzature… palestre, ecc.

Come fa uno studente a valutare gli insegnanti con una, due lauree e master e 30 anni di servizio quindi secondo la “buona scuola di Renzi” un paziente dovrebbe essere in grado di valutare un chirurgo?

Questi giovani dovrebbero valutare la nostra professionalità? Come diceva Totò: “ma mi faccia il piacere…”.

Un’altra considerazione riguarda molte mamme “tuttologhe” che vivono solo ed esclusivamente con l’obiettivo di difendere il proprio figlio anche davanti all’evidente errore commesso dallo stesso.

I docenti non sono delle torte da assaggiare e da valutare su master chef ma dei professionisti della didattica e la valutazione dovrebbe essere effettuata da ispettori ministeriali di materia o dipartimentali come in Francia e in Italia ovviamente non ci sono.

Siamo docenti della scuola pubblica laica statale italiana e vogliamo essere valutati da un ispettore ministeriale che si sieda ed assista alle nostre lezioni anche per un intero quadrimestre. Che verifichi il nostro modello didattico, come interroghiamo, come correggiamo i progetti, le relazioni. Superata la verifica ispettiva dovremmo ricevere un aumento di stipendio. In caso contrario un anno sabbatico di aggiornamento obbligatorio e se non si passa la successiva verifica si è fuori dall’insegnamento.

Si vuole rovinare la scuola italiana, ridurla ad una struttura vuota, il modello didattico voluto da Renzi e i suoi fidi scudieri non offre maggiore cultura, conoscenza e competenza agli studenti, invece bisognerebbe fornire una preparazione adeguata, ripristinando le ore di indirizzo cancellate dalla Riforma Gelmini. Gli studenti devono essere obbligati ad una maggiore serietà e rigore nell’affrontare gli studi. I dirigenti scolastici devono smetterla di fare pressione sul corpo docenti soprattutto agli scrutini, perché venga bocciato il minor numero possibile di studenti al solo scopo di promuovere la propria scuola e se stessi.

L’analisi della qualità dei servizi deve essere effettuata sulla scuola, sulla struttura, sui servizi offerti (corsi di recupero, mensa, stage, ecc) sulla sicurezza. Non confondiamo il sapere, l’istruzione statale con l’e-commerce.

Ricordo che in ospedale non si valuta un intervento chirurgico e il medico che ha operato ma i servizi.

Bisognerebbe assumere per concorso pubblico 10mila ispettori ministeriali per i vari dipartimenti di materie e ridare qualità e prestigio alla scuola pubblica laica statale italiana.

Invece, scusate il francesismo, si pensa sempre e solo al risparmio della spesa pubblica e si promuovono i bimbi-minchia (non tutti lo sono) a valutatori della professionalità dei docenti.

Questa è la “Buona Scuola” di Renzi? Belle scatole ma vuote… e se vuoi riempirle devi pagare rette salate e poi mandarle all’estero a lavorare.

A pochi politici interessa veramente la scuola pubblica laica statale, tutti gli altri sono impegnati nel piano strategico messo in atto da Valentina Aprea (Forza Italia), dal Partito Democratico, le pressioni della Cei, Compagnia delle Opere, Opus Dei per la completa parità scolastica delle scuole religiose. Lo studente viene trasformato in un costo standard alla stregua della carta igienica non è più una risorsa. Al “diavolo” la cultura, l’istruzione.

Un Governo che vuole cambiare la scuola statale italiana in un sistema pubblico-privato che formi manipolatori dell’immaginario collettivo, spacciatori di false promesse, venditori di un futuro impossibile, agenti senza scrupoli del consumismo universale, yesman, comici da due soldi, programmatori televisivi, politici ladri, speculatori, mafiosi sanguisughe della società.

Sarà questa la futura classe dirigente di questa Nazione?

Noi, insegnanti della scuola pubblica laica statale italiana dobbiamo combattere chi vuole trasformare i nostri figli in studenti spaesati, poveri di cultura, senza pensiero critico e senza un capacità di parola adeguata per confrontarci con il resto del mondo.

Investiamo nell’istruzione statale italiana! Rispettiamo la Costituzione sempre più presa di mira dal “patto del nazareno…”

Gli studenti, lasciamoli studiare! Gli insegnanti? Lasciateci insegnare! Rispetto please!

Presidente Mattarella cosa ne pensa?

 

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