Caro tasse, l’ateneo di Pavia dovrà ridare 1 milione e mezzo di euro agli studenti

Basta con gli aumenti spropositati delle tasse d’inscrizione all’Università: il tetto del 20 per cento annuo massimo, previsto dalla Legge in vigore, non ammette deroghe. È questo il senso di una sentenza del Tar della Lombardia che il 17 novembre, in corrispondenza della giornata internazionale degli studenti, ha accolto il ricorso presentato dall’Unione degli universitari, che ora nell’esultare ritengono anche che il pronunciamento del Tar apra la concreta possibilità di ricorsi a catena in ogni Università italiana.
I giudici regionali hanno condannato l’Università degli studi di Pavia a risarcire tutti gli studenti del proprio ateneo per aver aumentato le tasse, nell’anno accademico 2009-10, oltre il limite previsto dalla legge e a rifondere all’Udu le spese di giudizio. Secondo gli studenti dell’Udu “il problema è che, con i tagli targati Gelmini-Tremonti, quasi tutte le università, per far cassa, hanno aumentato le tasse agli studenti, andando a sfondare il tetto del 20% essendo di fatto, fuorilegge”.
L’Udu Pavia ha cercato prima di bloccare l’aumento, e poi, scoprendo nel Cda dell’Università di Pavia che il tetto del 20% veniva sforato di circa 1 milione e 700 mila euro (1,33% circa) ha impugnato le delibere e ha presentato ricorso al Tar. Ed almeno sino al primo grado di giudizio, quindi sino ad oggi, ha avuto ragione: l’università è stata condannata a restituire il surplus di oltre un milione e mezzo di euro agli studenti.
Secondo Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu, siamo di fronte ad “una sentenza storica e rivoluzionaria per l’Università italiana: il 20% non è un parametro indicativo bensì vincolante, perchè tutela il diritto allo studio. Questa sentenza è un enorme argine verso l’innalzamento selvaggio delle tasse universitarie che sta diventando il peggiore ostacolo sociale per accedere al mondo accademico”. Del resto, secondo l’associazione in Italia “due atenei su tre sono fuorilegge perché superano il limite di tassazione previsto”.
Alessandro Giuliani

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