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Cellulari scuola, gli alunni: meglio pensare al bullismo o ai crolli, un po’ di svago a ricreazione o quando ci annoiamo ci vuole

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In questi giorni si parla moltissimo di divieto di cellulari a scuola: il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, dopo la circolare del 2022, è tornato sul tema. “Nelle nuove ‘Linee guida sulla educazione alla cittadinanza’ di prossima pubblicazione, in coerenza con quanto sta emergendo da diversi studi anche internazionali, è sconsigliato l’utilizzo anche a fini didattici dello smartphone dalle scuole d’infanzia alle scuole secondarie di primo grado. Per le scuole primarie è raccomandato invece l’utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive”, queste le parole del ministro in un comunicato.

Stop a cellulari a scuola? La risposta degli studenti

A prendere posizione a favore del numero uno del Mim è il Moige. Il Movimento italiano genitori sarebbe addirittura contento se venisse del tutto vietato l’utilizzo degli smartphone in classe con le prossime linee guida del ministero. Scontenti sono invece gli studenti: nel portale della Generazione Z Webboh molti hanno espresso disappunto, argomentando la loro tesi con vari elementi. Ecco alcuni commenti:

“Ovviamente tra tanti problemi uno pensa a levare il telefono di mezzo”.

“Io direi che prima è meglio iniziare a riparare le scuole invece di togliere i telefoni”.

“Invece di fare qualcosa di serio per il bullismo o per altre problematiche per le scuole si pensa a questo”.

“Nel 2024 il telefono a scuola serve, dovrebbe essere utilizzato magari in maniera proficua”.

“Loro non capiscono che noi ci facciamo paranoie, ansie, e a volte ci sentiamo pure in colpa se riceviamo un brutto voto, stiamo ore e ore buttati su i libri a studiare giorno e notte e penso che un po’ di svago almeno nell’Intervallo ci voglia”.

“Ma secondo loro se usiamo tutti il telefono ci sarà un motivo, loro non sanno spiegare o le cose che spiegano a noi non interessa”

“No eh che già la scuola in Italia è un carcere”.

“Anziché usare i cellulari come mezzo di studio per non far portare più zaini pesanti, li vietano”.

Stop ai cellulari a scuola, la stretta in Inghilterra

Qualche giorno fa, il 19 febbraio, il governo inglese ha pubblicato le linee-guida per i dirigenti, con l’obiettivo di vietare i telefonini per “minimizzare il disturbo e migliorare il comportamento nelle classi”.

Secondo le informazioni raccolte dal Corriere l’uso dei dispositivi sarà impedito anche durante gli intervalli o i pasti e gli insegnanti avranno il potere di perquisire le borse degli alunni alla ricerca dei gadget proibiti. I trasgressori saranno puniti con un castigo in solitario — un metodo assai comune nelle scuole britanniche — e la confisca dei telefonini.

Viene lasciato alle singole scuole la scelta tra quattro diverse modalità di attuazione che vanno dal divieto assoluto di portare in classe i telefoni, alla consegna all’ingresso, oppure chiusi in armadietti. La quarta soluzione proposta è che gli allievi tengano con sé i telefoni, che però non devono essere “né usati, né visti, né sentiti” e quindi lasciati spenti in fondo agli zainetti.

Stop ai cellulari a scuola, la circolare di Valditara del 2022

Valditara, nel dicembre del 2022, poche settimane dopo essere stato nominato ministro, ha inviato una circolare alle scuole con le indicazioni da rispettare sull’uso dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi.

Dal documento si legge che è confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007.

Inoltre, sempre secondo la circolare, l’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.

Il ministro, in quell’occasione, aveva dichiarato: “L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare. Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi”.