Qualche giorno fa abbiamo riportato le parole del patron del Mantova Calcio, che in un discorso ai genitori dei ragazzi del settore giovanile del club ha detto di avere a cuore il rendimento scolastico dei giovanissimi giocatori, tanto da annunciare che “chi ha brutti voti a scuola non gioca”.
Mentre molti hanno lodato questa scelta, ci sono anche dei detrattori. Tra essi il noto professore della trasmissione televisiva “Il Collegio“, Andrea Maggi. Ecco cosa ha detto: “Un errore, anzi, una violenza, negare il posto in squadra a chi ha insufficienze a scuola. Una punizione che non ha ragione di essere. Perché l’insufficienza non è una colpa né lo sport dev’essere usato come arma di ricatto, perché così non si fa altro che far odiare la scuola”.
“Non si educa col bastone e nemmeno con la carota, ma con l’amore per la fatica e lo sport ne è l’esempio più lampante. Perciò si smetta con questo ricatto e si lasci lavorare la scuola alle insufficienze scolastiche. Che gli allenatori pensino alla preparazione atletica, alla lealtà e alla sportività. Che gli allenatori insegnino a vincere, ma anche ad accettare le sconfitte. Sarebbe già qualcosa”, ha concluso.
Il discorso che ha stupito tutti i presenti
Come riporta Il Fatto Quotidiano, il discorso di Piccoli è iniziato così, seminando stupore: “In tutta onestà, chi ha più di due insufficienze a scuola si alzi in piedi“. Dopo un primo momento d’imbarazzo generale, poco alla volta dei ragazzi si alzano. “Ho apprezzato la loro onestà – ha ammesso Piccoli – poi mi sono rivolto agli allenatori e ho detto loro che se a marzo questi ragazzi non avranno rimediato, il prossimo anno non giocheranno più nel Mantova. Ci metteremo in contatto con le istituzioni scolastiche e verificheremo“.
Da qui un applauso da parte dei genitori. “Vediamo se i ragazzi e le famiglie accetteranno la nostra sfida. — ha aggiunto Piccoli – Non mi aspettavo di ottenere questo effetto, ma davvero ho detto quello che avevo dentro. Anche durante la festa di Natale dell’anno scorso avevo mandato un messaggio simile ma quest’anno ho voluto essere più diretto e ho lanciato questa sfida”.
“C’è una corsa al risultato anche da parte dei genitori”
“Mi sono accorto che c’è una corsa al risultato, alla performance, al gol francamente esasperata, anche da parte dei genitori. Abbiamo gente che si lamenta se il figlio non gioca o viene sostituito, ma credo che un bambino di dieci anni prima di tutto debba pensare a divertirsi. – ha sottolineato Piccoli – Servono messaggi formativi e tutto parte dalla cultura. Vorrei che trasmettessimo dei principi sani e andare bene a scuola è uno di questi. Hai due materie sotto? Ti impegni a tirarle su. Preferisco avere tanti ragazzi bravi nello studio, piuttosto di tanti bravi calciatori“.