Home I lettori ci scrivono Chi non si è vaccinato non è necessariamente no vax

Chi non si è vaccinato non è necessariamente no vax

CONDIVIDI

Ho l’impressione che sulla questione di cui si discute in questi giorni – obbligo vaccinale per gli insegnanti, green pass all’inizio dell’anno scolastico per docenti e personale ausiliario – si facciano valutazioni parziali e non sempre precise.

Quella che più mi lascia perplesso fa riferimento a quegli insegnanti che non si sono ancora vaccinati. Tutti equiparati ai ‘no-vax’ – le persone fortemente contrarie ad ogni tipo di vaccino – o ai ‘ni-vax’, coloro che, pur non essendo contrari al vaccino, sono piuttosto titubanti e incerti. Mi spiace, non è così. La situazione è molto più complessa.

Tra coloro che non sono ancora vaccinati non ci sono soltanto le persone contrarie al vaccino. Ci sono le persone che, per gravi motivi di salute, non possono vaccinarsi. Ci sono le persone che hanno fatto recentemente il Covid e non si vaccinano perché, come indicato dalle autorità scientifiche, debbono attendere almeno tre mesi prima di sottoporsi al vaccino. E ci sono – a queste voglio dedicare la mia attenzione – le persone che, di recente, hanno scoperto, in seguito a test sierologico qualitativo, di aver avuto il Covid, ovviamente da asintomatici totali, e di avere, nel proprio organismo, come rivelato successivamente da test sierologico quantitativo, livelli anticorpali Sars-Cov 2 S-RDB IgG notevolmente alti.

Persone alle quali, proprio per questo, i sanitari, per evitare ulteriori rischi, hanno consigliato di rinviare il vaccino di alcuni mesi. Persone che risultano immunizzate – tra l’altro, secondo alcuni studi, gli anticorpi “naturali” sarebbero ancora più potenti – anche se non ancora vaccinate. Se insegnanti, queste persone non potranno disporre del green pass quando, a settembre, comincerà la scuola.

Perché, in quel momento, non potranno ancora essere vaccinate con le due dosi. E perché, avendo avuto il Covid senza neppure esserne consapevoli, non disporranno di un certificato di guarigione. L’unica soluzione, per loro, sarà fare il tampone: trenta euro, se rapido, sessanta-settanta o più, se molecolare, ogni due/tre giorni, per diverse settimane. Non mi pare giusto.

Il green pass, così come è stato pensato sinora, non tiene conto di queste specifiche situazioni. Spero che i Ministri Speranza e Bianchi ne tengano conto. Anche perché, come ha recentemente detto il prof. Massimo Galli – primario di Malattie Infettive presso l’ospedale ‘Sacco’ di Milano e figura di riferimento, in questi mesi, sui temi della pandemia – il problema sarà verificare, all’inizio del nuovo anno scolastico, se gli insegnanti risultino sufficientemente immunizzati e non semplicemente vaccinati.

Lettera firmata