Home Politica scolastica Chiamata diretta: il M5S ha perso l’occasione di abrogarla

Chiamata diretta: il M5S ha perso l’occasione di abrogarla

CONDIVIDI

“Lo avevamo detto e ridetto. L’occasione buona per abrogare la 107 l’hanno persa con il Governo Conte 1. E ora? Ora è troppo tardi. Con la nuova maggioranza non ci sono più i numeri alla Camera”: è il commento del Gruppo FB Scuola Bene Comune a proposito della vicenda relativa alla cancellazione della cosiddetta “chiamata diretta” introdotta con la legge sulla Buona Scuola.

“La maggioranza che si compose intorno a un’alleanza giallo verde – sostiene SBC – avrebbe dovuto imporre un ministro 5 stelle al Miur ed avviare l’abrogazione della legge del 2015, invece, tranne operazioni di facciata, niente di niente”.
Continua SBC: “C’è voluto un accordo sindacale con il Ministro Bussetti per sospendere, sottolineiamo il verbo sospendere, gli istituti degli ambiti territoriali e della chiamata diretta, accordo sindacale che ovviamente non ha intaccato minimamente la legge che resta in vigore e i due istituti potrebbero ritornare, allorché cambierà, perché cambierà, la maggioranza di Governo alle prossime elezioni”.
Scuola Bene Comune mette anche in evidenza altri dati di cui anche noi abbiamo dato conto: al Senato il provvedimento è andato avanti al rallentatore (per approvarlo ci sono voluti quasi 10 mesi) ed ora alla Camera sta incontrando non poche difficoltà perché ormai non ci sono i numeri per condurlo in porto.
“Quindi – prosegue SBC – ci terremo la 107 a meno che il M5s minacci la crisi di governo, cosa difficilissima. Più volte abbiamo detto che il tempo per l’abrogazione della 107 era scaduto abbondantemente ed è impossibile in una maggioranza dove c’è il PD e dove il Senatore Renzi è indispensabile alla sopravvivenza del governo giallorosso”
“In pratica – conclude il Gruppo FB – il tentativo di abrogare la legge 107 per via parlamentare in cui molti insegnanti avevano sperato e creduto dopo la grande protesta del 2015 è fallito”.
Ma, a questo punto, c’è da farsi una domanda: “Se il DDL non passerà alla Camera, cosa ne sarà dell’accordo sindacale? Torneranno ambiti e chiamata diretta?”