Didattica

Cittadinanza digitale: è una competenza più facile da acquisire per chi va bene in italiano

Sono forti in Communication, interagiscono bene con gli strumenti innovativi e usano correttamente gli ambienti digitali, devono ancora migliorare invece sulla comprensione dei contenuti offerti dalla rete e sulla capacità di valutazione degli stessi (Information Literacy).

Il report

E’ l’identikit che emerge dal reportLa competenza digitale degli studenti della scuola secondaria di I e II grado” prodotto dall’Università di Milano Bicocca insieme a Fastweb, curato da Marco Gui, professore associato di Sociologia dei media, Tiziano Gerosa e Alessandra Vitullo, assegnisti di ricerca del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Ateneo.

I dati dell’inchiesta fanno emergere un livello di competenza del digitale molto cresciuto negli ultimi anni, segno che si sta investendo bene sulla formazione specifica e anche grazie alla lunga pandemia che in qualche modo ha costretto i ragazzi all’uso del digitale. Non sono emerse, per fortuna, differenze per genere, al contrario di quelle legate alla famiglia di provenienza. 

Come si legge in una nota dell’Ateneo Milanese, il report nasce all’interno del progetto “Benessere Digitale – scuole”, realizzato nell’ambito del bando “Curricoli Digitali” del Ministero dell’Istruzione e che si è concretizzato nella costruzione di un pacchetto di risorse per affrontare la didattica relativa alla “cittadinanza digitale”.

I dati sono stati presi tramite un test standardizzato sulle competenze digitali messo disposizione dei docenti sulla piattaforma “www.benesseredigitalescuole.it.”

Si tratta del primo test in Italia in grado di misurare le competenze digitali degli studenti, basato su punteggi sia generali che specifici su aree di competenza indicate dal Framework europeo DigCom 2.1, in particolare l’Information & Literacy”, Communication, Creation ovvero la creazione e la rielaborazione responsabile di contenuti nel web, il Safety and Wellbeing cioè le competenze necessarie alla protezione da possibili minacce alla privacy, alla gestione della propria identità online, ma anche al mantenimento del benessere in un ambiente di sovrabbondanza comunicativa. 

I risultati del test

Il test è composto da 32 domande a scelta multipla, basate sull’analisi di schermate di pagine web, immagini di applicazioni o situazioni realistiche, ed è stato somministrato tra febbraio e giugno da 133 docenti a oltre mille studenti in 8 regioni diverse. Il report mostra che il campione raggiunge un punteggio medio soddisfacente, pari a 71 su 100. Tuttavia, si registrano differenze significative tra studenti di diverse età, “con un evidente balzo in avanti della competenza digitale nelle classi quarte e quinte della scuola secondaria di II grado (81 punti), rispetto agli alunni in uscita dalla scuola secondaria di I grado (63 punti)”.

Andando ad analizzare le competenze specifiche, emerge tra tutti quella relativa alla Comunication (83 punti), contro i 71 della creation e i 70 della Safety. Il punto debole come già detto con soli 61 punti è l’area information&Literacy.

Ecco i motivi della crescita del know how digitale

Secondo i ricercatori, si legge nella nota dell’Università, i dati mostrano una generazione di studenti con una buona infarinatura sulle principali norme di interazione negli ambienti digitali, dovuta principalmente all’uso pervasivo degli ambienti social che ha reso gli studenti più consapevoli delle dinamiche presenti nel mondo di internet. Un fattore importante di crescita del know how è legato al forte investimento degli ultimi anni da parte delle Istituzioni scolastiche alla lotta contro il fenomeno del cyberbullismo che ha permesso una aumentata conoscenza dei ragazzi sui comportamenti corretti da tenere sul web.

Altro aspetto interessante dei dati è come le performance in italiano, a differenza di quelle in matematica, rappresentino un buon predittore del livello di competenza digitale, mostrando una relazione particolarmente stretta con l’area Information & Literacy. Tra gli studenti che riportano un voto medio in italiano di 6 e quelli che hanno la media del 9 o più c’è una differenza di ben 15 punti percentuali in quest’area. Questo risultato sottolinea l’importanza di un adeguato livello di padronanza linguistica anche per lo sviluppo della capacità di valutazione delle informazioni in rete, a conferma dell’esigenza di investire sul potenziamento delle competenze curricolari come elemento cardine per il corretto sviluppo delle competenze trasversali di cittadinanza digitale. 

I dati mostrano, inoltre, differenze guardando il livello di istruzione dei genitori, ad esempio il distacco tra i figli di diplomati e laureati i figli di genitori dotati al massimo di un titolo professionale, biennale o triennale, è di ben 8,2 punti percentuali (64,2 contro 56).

Cresce la competenza digitale

Rispetto ai dati del 2018, emergono segnali di aumento complessivo della competenza digitale. Per fare un paragone; gli studenti di terza media attuali hanno le stesse competenze digitali a quelli del secondo superiore del 2017.

I ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca non escludono che “questo incremento possa configurare la possibilità che il cosiddetto “learning lossovvero la mancata acquisizione di competenze disciplinari, verificatosi dall’inizio della pandemia sia stato in qualche modo compensato da un aumento della competenza digitale». Una correlazione che verrà verificata nei futuri report.

Secondo Marco Gui, professore di Sociologia dei Media della Bicocca, il “test è il frutto di anni di ricerca sulla misurazione della competenza digitale. Il lavoro con le scuole della rete ci ha infine permesso di validare questo strumento su grandi numeri di studenti e quindi di offrire oggi gratuitamente a tutti i docenti italiani un prodotto affidabile”.

Dino Galuppi

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