Home Personale Classe senza voti, il metodo di una docente: “Così gli alunni sono...

Classe senza voti, il metodo di una docente: “Così gli alunni sono più felici e lavoriamo meglio. Una famiglia non è d’accordo”

CONDIVIDI

Un’altra docente ha detto la sua in merito alla possibilità di non usare i voti numerici come strumenti di valutazione dei propri alunni. Si tratta di una professoressa di latino, italiano e geo storia di un istituto di Torino, che ha spiegato il suo punto di vista a Il Corriere della Sera.

I parametri usati dalla docente

“Il giudizio è un peso. Posso assicurare che così in classe i miei studenti sono decisamente più felici. Un’emozione che ci permette di lavorare meglio e di essere più produttivi”, queste le sue parole. Ecco il suo metodo: “In classe ci sono interrogazioni o verifiche. Solo che al termine i miei studenti non ricevono una valutazione numerica per come le conosciamo solitamente noi, ma una valutazione sul raggiungimento cognitivo”.

“Utilizzo una tabella che è proprio definita dal metodo costruttivo. Ci sono vari parametri: se si riescono a fare dei collegamenti tra il fatto storico e il presente per esempio. O ricordare alcuni fatti storici precedenti. Metto una X ogni volta che raggiungono questo obiettivo. Ma è un metodo che cambia a seconda della classe. Nelle classi prime alla fine di ogni quadrimestre utilizziamo queste tabelle. Nelle seconde invece attiviamo una valutazione formativa. Gli studenti così si autovalutano da soli”.

Classe senza voti e autovalutazione

Secondo la docente c’è ampio spazio per l’autocritica in classe: “Gli studenti sono molto critici. Per esempio abbiamo appena finito le interrogazioni di gruppo. Si sono dati un voto loro e un altro lo hanno ricevuto dal resto della classe. L’errore diventa qualcosa che fa crescere. Qui non c’è spazio per le simpatie o antipatie verso una persona. Ci sono dei criteri oggettivi, quindi i ragazzi si sentono liberi di venire giudicati non solo per come sanno le materie ma anche per come sono come persona. E quando c’è un errore anziché viverlo come una decurtazione dal voto è un motivo per capire”.

“Sono felici perché non vivono il peso del voto. Anche se devo dire che in prima la famiglia di uno studente non ha accettato di seguire questo programma quindi riceve il voto, che comunque corrisponde alla tabella del raggiungimento cognitivo”, ha concluso.

Il corso

Su questi argomenti il corso Come gestire i conflitti in aulaa cura di Pino De Sario, in programma dal 14 maggio.