I giovani sarebbero particolarmente interessati alla scienza e preoccupati per il destino dell’ambiente. Lo rivelano i risultati di un questionario realizzato da tre istituti del Consiglio nazionale delle ricerche somministrato a ragazzi, tra i 16 e i 19 anni, frequentanti sette scuole medie superiori romane (quattro italiane, una francese, una spagnola e una americana). Secondo quanto emerso dalle ricerche congiunte, il 91% degli studenti consultati ha un interesse medio-alto per scienza e tecnologie, ma il dato che può sorprende è che ben l’85% si interessa con attenzione alle questioni ambientali. Una tendenza confermata anche dall’alta sensibilità dei ragazzi (89%) al tema dei cambiamenti climatici. Più bassa è invece risultata l’attenzione per la politica scientifica (49%), che viene però compensata da quella verso i rapporti tra istituzioni scienza e società (66%).
"Le domande sono state sottoposte agli alunni delle ultime classi di sette scuole medie secondarie di Roma: una americana, una francese, una spagnola e quattro italiane, anche per dare un respiro europeo al progetto", spiega Rosalia Azzaro, ricercatrice della sezione Istituzioni e politiche per la scienza dell’Istituto di ricerche sull’impresa e lo sviluppo Ceris-Cnr che ha messo a punto il questionario insieme ai colleghi dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) e Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac).
Dell’iniziativa si parlerà durante il dibattito pubblico "Cliscet, il clima: scienza ed etica", in programma il 1 dicembre a Roma, alle ore 9, presso l’aula Marconi del Cnr. L’evento fa parte del progetto di "Public understanding of science" (Pubblica comprensione e responsabilità sulla scienza), che vuole richiamare l’attenzione sul tema della società civile nell’ambito della ricerca scientifica: "In quest’ottica – spiega la coordinatrice del progetto – ci è sembrato più che naturale coinvolgere giovani alla soglia della maturità, anche perché renderli partecipi al dibattito sui temi scientifici attuali può contribuire a contrastare il preoccupante calo delle iscrizioni alle facoltà scientifiche, che si registra in molti paesi europei".
E i ragazzi non si sono tirati indietro, tanto che durante lo spoglio dei questionari sono emersi pochissimi "non so". Per quanto riguarda i giovani che hanno espresso esplicitamente preoccupazione per l’emergenza ambientale riguardo al clima, il 69% giudica grave o molto grave il depauperamento dell’ozono e il 66% l’effetto serra; il 58% si dimostra allarmato per il rischio di inquinamento atmosferico, il 43% per quello delle acque marine, il 47% per il problema dei rifiuti e il 44% per la desertificazione. Meno sentita è la gravità per i rischi alluvionali (30%) e per quelli legati a grandi frane (27%). "Decisamente consolante – conclude Azzaro, "è il fatto che quasi la metà (46%) dei ragazzi ha risposto in modo positivo al quesito che chiedeva loro se fossero disposti a modificare i loro comportamenti per ottenere un miglioramento della qualità dell’ambiente. Circa un terzo (34%), invece, si è detto disponibile a fare sacrifici parziali, mentre solo il 5% ha risposto con un deciso no".
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