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Cobas: sciopero della fame per il diritto di assemblea

Prosegue davanti al Ministero della Pubblica Istruzione lo sciopero della fame di alcuni esponenti dei Cobas-Scuola che protestano per le norme in vigore sul diritto di assemblea nelle scuole.
Il problema è di vecchia data e risale al momento in cui nel 1999 venne sottoscritto il contratto del comparto scuola che regolava anche le modalità di convocazione assemblee sindacali.
Tali norme prevedono che siano titolati alla convocazione solamente i sindacati rappresentativi a livello nazionale oppure la RSU dell’Istituzione scolastica.
E così i Cobas, che non hanno una rappresentanza adeguata e sono scarsamente presenti nelle singole scuole, non riescono a convocare assemblee.
Il problema, sostiene Piero Bernocchi, portavoce nazionale del sindacato di base, sta diventando particolarmente grave in questi giorni, in cui prende avvio la campagna elettorale per le elezioni delle RSU nelle scuole.
“Non essendo rappresentativi a livello nazionale non possiamo convocare assemblee – denuncia Bernocchi – e non potendo convocare assemblee non riusciamo neppure cercare lavoratori disponibili a candidarsi. Senza contare che se in una scuola non ci sono candidati Cobas, nessuno può dare il proprio voto al nostro sindacato; bisogna almeno prevede che si possa votare su liste nazionali, in modo da consentire ai piccoli sindacati come il nostro di raggiunge il 5% mettendo insieme i voti raccolti nelle singole scuole. Insomma, un’elezione con meccanismo truffaldino e con la bocca tappata”.
Nel mese di giugno il ministro Fioroni aveva incontrato una delegazione dei Cobas e, fra la sorpresa dei presenti, lesse il testo una lettera che aveva intenzione di inviare al Dipartimento della Funzione Pubblica per chiedere una soluzione al problema.
Ma nei giorni scorsi Fioroni ha fatto sapere che la Funzione Pubblica non è intenzionata a modificare le regole (che peraltro valgono per tutto il settore del pubblico impiego).
Dura la reazione di Bernocchi che dichiara: “La lotta proseguirà e si estenderà, e da oggi consideriamo il ministro Fioroni responsabile della salute dei nostri colleghi, oltre che dichiarato complice di un gravissimo vulnus alla democrazie nelle scuole”.

Reginaldo Palermo

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