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Come si realizza l’inclusione nella scuola? Come deve essere la “scuola inclusiva” affinché non rimanga uno slogan? – Preparazione concorso Ds

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La guida per gli aspiranti dirigenti scolastici della Tecnica della Scuola: cosa bisogna sapere per superare il concorso in attesa del bando? Oggi parliamo di inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

La “Scuola inclusiva” per non rimanere un semplice slogan richiede all’istituzione scolastica una capacità di risposta altamente qualitativa ai bisogni formativi di ogni singolo discente che si traduce in una serie di azioni che il dirigente scolastico, coadiuvato dagli Organi Collegiali, dai docenti di riferimento (funzioni strumentali, coordinatori, referenti, ecc.) e dal Gruppo di lavoro per l’Inclusione (GLI), deve sapere gestire e coordinare.

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Promuovere innovazione nella scuola inclusiva è indispensabile perché non è più pensabile che all’interno di un’aula operino più docenti che “improvvisano” quotidianamente la co-docenza, magari delegando al docente di sostegno il progetto di inclusione per i discenti in condizione di disabilità oppure predisponendo un PDP per gli allievi e le allieve con BES senza condividere approcci metodologici che poi determinano scelte di materiali, supporti, tecnologie, strumenti compensativi o misure dispensative da adottare, ecc.

Culturalmente la nostra scuola è ancorata ad un sistema di insegnamento “trasmissivo” che da anni il Ministero dell’Istruzione, oggi anche del Merito, sta cercando di cambiare grazie alle iniziative di formazione messe in campo con il Piano Nazionale Formazione Docenti (PNFD) e con importanti finanziamenti del PNRR che puntano sulla formazione del personale scolastico sulle STEAM e sulla transizione digitale nonché sull’allestimento di aule innovative e di laboratori per la scuola secondaria di II grado con la linea di investimento 3.2 denominata “Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuovi ambienti di apprendimento e laboratori” che promuove la trasformazione degli spazi scolastici in ambienti innovativi di apprendimento e alla realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro.

Anche se le risorse messe in campo dal PNRR sono notevoli, è necessario, comunque, centrare l’attenzione sulla singola scuola, sul ruolo del dirigente scolastico e degli organi collegiali per provare a cambiare le strategie di insegnamento che devono determinare processi che vedono allieve e allievi protagonisti del loro apprendimento.
Per fare questo bisogna innovare e sperimentare, condividere idee e proposte, percorsi, metodologie, tecnologie didattiche, modelli di valutazione.

Il D.P.R. N. 275/99 fornisce alle scuole gli strumenti normativi per agire in piena libertà per intraprendere percorsi nuovi. Come procedere, quindi? Proviamo a fare una scaletta di ciò il dirigente può fare per avviare percorsi di innovazione delle pratiche di insegnamento/apprendimento, con riferimento specifico all’inclusione:

  1. Il dirigente ascolta il personale, la comunità, il GlI per raccogliere idee e proposte e propone al Collegio dei docenti le iniziative da discutere per valutarne la validità e la fattibilità logistica ed organizzativa;
  2. si istituiscono in seno al collegio gruppi di lavoro per formulare proposte;
  3. approvate le proposte, il dirigente scolastico si attiva per tutti gli aspetti organizzativi per la realizzazione dei percorsi di innovazione: allestimento di ambienti di apprendimento funzionali, definizione dell’orario dei docenti, ecc.
  4. il dirigente deve anche individuare le possibili collaborazioni col territorio (enti, associazioni, ecc.) che possono contribuire in un’ottica di “comunità educante”;
  5. il dirigente effettua il necessario passaggio con i rappresentanti sindacali per condividere e rimuovere eventuali criticità e accogliere suggerimenti;
  6. il Consiglio d’istituto svolge il suo ruolo per quanto concerne accordi, partenariati, definizione del tempo scuola, ecc.;
  7. il collegio approva il Piano di Formazione d’istituto al fine di accrescere la professionalità docenti;
  8. il dirigente deve curare la funzionalità dei consigli di intersezione di interclasse e di classe che devono potenziare la loro capacità progettuale e di pianificazione delle attività educativo-didattiche.

Il ruolo del dirigente scolastico è fondamentale per promuovere la reale “Scuola inclusiva” ed è altresì determinante il contributo della comunità educante. Perseguire questo obiettivo non è facile ma riuscire a creare il “clima” di collaborazione e il senso di appartenenza è indispensabile in questo cammino complesso.

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