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“Come tu m’insegni”: domenica 19 aprile Report mette la lente sulla scuola

Report, una delle rare trasmissioni di approfondimento Rai in onda in prima serata, si occupa di nuovo di scuola e dei suoi tanti nodi irrisolti. Lo farà domenica 19 aprile con un’inchiesta dal titolo “Come ti m’insegni”. L’autore si chiama Stefania Rimini che attraverso il sito della stessa trasmissione, condotta dalla brava Gabanelli, preannuncia i temi che ha toccato. In prevalenza niente di nuovo, comunque, sotto il sole. Almeno per chi vive la scuola tutti i giorni. Soprattutto se da precario.
Nei servizi si fa riferimento, non poteva essere altrimenti, ai forti risparmi previsti in Finanziaria nei prossimi tre anni.
“L’assurdo – scrive Stefania Rimini – è che le scuole  bruciano i milioni nella caccia ai supplenti, perchè in base ad una vecchia legge sono obbligate a cercarli con il telegramma o con il fonogramma. Le risorse scarseggiano e chi ci rimette sono gli alunni ai quali viene decurtato il tempo scuola e in particolare i disabili, ai quali viene decurtato il sostegno. Risparmio e merito sono tra gli obiettivi dichiarati di questa riforma della scuola, ma per il momento i lavativi e gli incapaci non corrono grandi rischi, basta che siano di ruolo. Invece 18 mila precari, anche i più bravi, rischiano di rimanere a casa”.
Il metodo di divulgazione dei fatti è quello tipico di Report: viene data la parola ai diretti interessati che, pur proponendo un’interpretazione dei fatti necessariamente di tipo parziale, riescono a dipingere quasi sempre la realtà per quella che è. La giornalista cercherà finalmente di spiegare ai milioni di italiani quali insidie si nascondono dietro l’’autonomia scolastica’: “in sostanza significa che ogni istituto può diventare un feudo a sé. Per esempio con i progetti europei, i cosiddetti Pon e Por, scorrono fiumi di euro verso le scuole, senza nessuna verifica circa la ricaduta di queste iniziative sugli alunni. In compenso – continua Rimini – si è creato un mercato di agenzie formative e di esperti che ronzano intorno alle scuole per convincerle a fare progetti su cui l’agenzia si trattiene fino al 40% del finanziamento pubblico. I controlli ministeriali non arrivano a scalfire la dirigenza quando è fiacca o incompetente. E’ difficile che un dirigente scolastico che commette delle irregolarità venga licenziato, i danni all’erario possono essere di 200mila euro all’anno, ma il dirigente viene  solo trasferito. Ma allora perché paghiamo lo stipendio a 380 ispettori?”. 
Non mancheranno le “chicche” inedite o di cui si sente parlare davvero di rado: “all’interno del cuci e scuci normativo, per cui ogni ministro disfa quello che ha fatto il suo predecessore, si annidano centri di spesa – dice la redattrice di Report – che non sono mai stati toccati, come le scuole italiane all’estero, che ci costano 70 milioni all’anno. Lo stipendio di un professore all’estero può arrivare a 5 mila euro, quello di un dirigente scolastico può arrivare ad 8mila, mentre per esempio i loro colleghi francesi guadagnano la metà”. Ma noi italiani, si sa, ci piace fare le cose in grande. Soprattutto all’estero.
 
Sul sito http://www.report.rai.it sarà possibile trovare la trascrizione integrale dei testi e del video dell’inchiesta.
 
Alessandro Giuliani

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