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Competenze digitali, classi trasformate in vere e proprie redazioni: il progetto “Connessioni digitali” di Save The Children

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Primo bilancio positivo per “Connessioni Digitali”, il progetto promosso da Save the Children e sostenuto dal Gruppo Crédit Agricole in Italia, che ha l’obiettivo di migliorare le competenze digitali di ragazze e ragazzi di scuole secondarie di primo grado. Le ragazze e i ragazzi che hanno concluso il primo biennio del progetto sanno capire meglio come costruire la propria identità online, quali sono le opportunità e i rischi, la distinzione tra sfera privata e pubblica. Hanno anche imparato il valore della partecipazione e della co-progettazione. I maggiori progressi si sono registrati tra gli studenti con background migratorio e tra quelli provenienti da famiglie con minore capitale culturale.

Dall’avvio del progetto, è aumentato di circa il 14% il numero di studenti che conosce le regole di condivisione di un’immagine sui social e del 15% quello di chi conosce nuove tecniche per utilizzare gli strumenti digitali in modo creativo. Oltre il 19% in più è consapevole delle regole del web, mentre è cresciuta del 12% la percentuale di chi sa distinguere un inserto promozionale da una notizia

I risultati intermedi, certificati da una valutazione di impatto condotta dall’Istituto Italiano di Valutazione, riguardano il 73,8% dei ragazzi (1.557 su 2.218) delle 38 scuole protagoniste di “Connessioni Digitali” negli anni scolastici 2021-2022 e 2022-2023, che ha partecipato alla valutazione finale e ottenuto anche una vera e propria certificazione delle competenze digitali.

Ad inizio anno scolastico 2021-2022, prima di partecipare a Connessioni Digitali, il 32% delle studentesse e degli studenti non conosceva le regole di condivisione di un’immagine sui social (percentuale scesa al 18% a fine progetto, con un miglioramento del 14%), il 27% non conosceva nuove tecniche per utilizzare gli strumenti digitali in modo creativo (il 12% a fine progetto, con un miglioramento del 15%), il 52% non era consapevole che, anche nel web ci sono regole da seguire per comportarsi in modo responsabile (il 33% a fine progetto, con un miglioramento del 19%), il 53% non era in grado di distinguere un inserto digitale a fini promozionali da una notizia (il 41% a fine progetto, con un miglioramento del 12%).

I risultati del progetto

Grazie all’intervento di Connessioni Digitali, gli studenti colmano mediamente del 15% le carenze in ciascuna di queste quattro specifiche conoscenze relative all’utilizzo del digitale.

Hanno ottenuto risultati migliori i ragazzi che hanno partecipato con maggiore intensità al progetto, anche per numero di prodotti realizzati nel biennio. Un altro aspetto significativo riguarda il genere: l’impatto è stato tendenzialmente infatti più significativo tra le studentesse rispetto agli studenti.

Il progetto triennale ha coinvolto 99 scuole in tutta Italia, situate nei contesti più a rischio del nostro Paese (44% al sud, 30% al centro e 26% al nord): 38 hanno concluso il percorso biennale a giugno 2023, mentre altre 61 proseguiranno nel corso dell’anno scolastico 2023-24. In particolare, sono 56 le città interessate in 17 regioni (Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), con più di mille docenti e un totale di 6mila studenti e studentesse tra i 12 e i 14 anni coinvolti.

Grazie a “Connessioni Digitali” le classi coinvolte si trasformano in vere e proprie redazioni, in cui i ragazzi realizzano prodotti di comunicazione digitale, attraverso i quali raccontano la realtà dei loro territori, le loro esperienze personali, utilizzando le tecnologie in modo consapevole e sviluppando l’attivismo civico per promuovere un cambiamento positivo nel contesto in cui vivono. Il progetto prevede la creazione nelle scuole di una newsroom, un’aula ambiente di apprendimento creativo con materiali e dotazioni tecnologiche necessarie ai ragazzi per produrre i loro contenuti. Alla fine del secondo anno di progetto, sono 79 le newsroom realizzate che resteranno a disposizione delle scuole anche dopo la conclusione del progetto.

Il percorso educativo

Il primo anno di percorso prevede il coinvolgimento dei ragazzi in moduli di scrittura digitale, con la realizzazione di voci di Wikipedia e di petizioni on line, alla realizzazione di podcast, inchieste e recensioni, mentre nel secondo anno il progetto prevede che i ragazzi si mettano alla prova con i moduli di digital storytelling – visual, video e data storytelling – e di marketing sociale. Fino a oggi, i ragazzi e le ragazze che hanno completato il percorso, in 38 scuole, hanno realizzato ben 819 contenuti (63 voci Wiki, 95 petizioni online, 43 podcast inchiesta, 63 podcast recensione, 367 produzioni di digital storytelling e 188 di marketing sociale), ma se ad essi aggiungiamo anche i coetanei delle scuole (61) che completeranno il percorso alla fine dell’anno scolastico 2023-24, il numero delle produzioni sale a 1188.  I temi principali scelti riguardano il diritto e la costituzione, la sostenibilità ambientale, la narrazione del proprio territorio e la cittadinanza digitale.

Il percorso educativo è pensato anche per stimolare le classi a creare sinergie con esperti esterni, enti, associazioni e realtà extrascolastiche con l’obiettivo di favorire il dialogo tra la scuola e il territorio. A biennio concluso, nell’ambito di “Connessioni Digitali”, delle 38 scuole coinvolte fin dall’inizio, 21 hanno attivato collaborazioni con il territorio, più della metà con enti pubblici o associazioni. Per oltre il 50% delle scuole la collaborazione si è attivata per la prima volta proprio in occasione del progetto e più dell’80% conferma la volontà di proseguire il rapporto in futuro.

“Connessioni Digitali” – che si avvale della collaborazione e della supervisione scientifica del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), della partnership con ANSA e dell’implementazione a livello territoriale della cooperativa E.D.I. Onlus – prevede un percorso di formazione, accompagnamento e tutoraggio in itinere dedicato agli insegnanti delle classi che partecipano, con webinar e incontri in presenza. Alla fine del primo biennio, secondo il report di Istituto Italiano di Valutazione che ha analizzato anche l’impatto sui docenti tramite focus group e questionari, la maggior parte degli insegnanti considera il progetto un’ottima opportunità per approfondire il tema dell’educazione digitale e dotarsi di competenze nuove.

Le competenze digitali a scuola

Dall’ultimo report dell’Agenzia statistica dell’Unione Europea datato 2021, emerge per l’Italia una situazione di complessivo miglioramento, con incrementi generali del 10% dei valori nel biennio 2020-2021 e una riduzione del divario rispetto alla media UE. Inoltre, si rileva una percentuale di utenti Internet superiore all’80% della popolazione, ma con una  maggioranza ancora senza competenze digitali di base (54%). Nonostante questi miglioramenti di carattere generale, i ragazzi italiani riportano bassi livelli di competenze informative e di navigazione (35%). Anche i livelli di competenze creative e produttive sono piuttosto scarsi (38%), mentre migliorano quelli relativi a competenze tecniche e operative (56%) e comunicative e relazionali (65%).

Quali sono gli approcci finora usati dalle nazioni europee per lo sviluppo delle competenze digitali nella Scuola? Sempre secondo l’Invalsi, gli approcci sono sostanzialmente tre: uno che potremmo definire interdisciplinare, in cui le competenze digitali sono considerate trasversali e quindi insegnate in tutte le materie del curricolo. Tutti gli insegnanti condividono la responsabilità di sviluppare le competenze digitali. Il secondo approccio è il cosiddetto soggetto separato, in cui le competenze digitali vengono insegnate come un’area disciplinare distinta, simile ad altre tradizionali competenze disciplinari. C’è, infine, l’approccio integrato: le competenze digitali sono incorporate nel curricolo delle altre materie e delle altre aree di apprendimento.

L’Italia e la Finlandia sono gli unici due Paesi europei in cui la competenza digitale viene insegnata solo come competenza interdisciplinare. A metodologia uguale, però, non corrisponde uguale profitto: gli studenti finlandesi occupano il primo posto nella classifica delle competenze digitali, gli italiani caracollano nella parte bassa della graduatoria. Perché?

Il quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione verso lo spazio europeo dell’istruzione e oltre (2021-2030) sottolinea l’importanza di migliorare le competenze e la motivazione professionale degli insegnanti. È possibile che in Italia questa strada sia ancora da percorrere?