Home Didattica Compiti in classe? Attenti alle ChatGpt

Compiti in classe? Attenti alle ChatGpt

CONDIVIDI

Il mondo digitale non poteva certo restare indietro e ha offerto un’altra possibilità agli studenti, quella cioè di replicare su vasta scala la scopiazzatura dei compiti. In altre parole, quello che fino a pochi anni fa si risolveva facendosi passare il compito del vicino di banco o portandosi, con un po’ di fortuna, la copia da casa sembra ormai archeologia di fronte alle ChatGPT, la app di intelligenza artificiale che può scrivere in pochi secondi e senza fatica testi ed elaborati esattamente (o quasi) come una persona in carne ed ossa. Una abilità definita “spaventosa” anche da profeti dell’innovazione e del progresso come Elon Musk.

Avevamo già affrontato il problema, ma ora pare stia diventando un vero allarme “scolastico” al punto che il dipartimento dell’Istruzione di New York si è trovato costretto a vietare l’uso della app.E che c’è già chi profetizza la morte dei compiti scritti.

Spiega all’AGI Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi:  “Siamo d’accordo sul fatto che l’uso dei sistemi di IA possa essere applicato in tutti aspetti dell’attività scolastica ovvero l’insegnamento, l’apprendimento e la valutazione, ma soprattutto i risultati degli studenti ma si tratta di uno strumento che, in quanto tale, va governato ciò vuol dire che occorre essere consapevoli delle opportunità così come dei rischi connessi al loro uso. La sfida è affascinante e la scuola del presente e del futuro non può non tenerne conto”.

Riporta ancora Agi: “La questione dovrà essere affrontata al più presto da ogni punto di vista. Quello degli studenti ma anche quello dei docenti: quanto ci vorrà prima di ipotizzare che almeno delle parti di lezione vengano demandate all’intelligenza artificiale?”.

Tuttavia sarebbe pure pronto una sorta di scanner in grado di analizzare i testi scritti e di capire, con un buon margine di approssimazione, se si tratta della produzione di una intelligenza artificiale o di un vero e proprio cervello, ma l’insegnante dovrebbe passare allo “scanner” ogni singolo elaborato. 

Per il coordinatore della Rete degli Studenti Medi, il marchingegno per copiare non crede “venga usato da tanti. Il problema è più radicale però. Il metodo in cui si viene valutati a scuola è un metodo del secolo scorso e non tiene in considerazione una infinità di questioni. Ovio che se valuti gli studenti con un criterio di performance asettico l’intelligenza artificiale può essere usata, lo stesso sistema di valutazione va rivisto e adattati ai tempi. Basterebbe valutare gli studenti sulla base della capacità di riflettere, rielaborare e padroneggiare un concetto o una materia e tutto sarebbe risolto”.