Dopo l’appello delle Associazioni Professionali alle massime cariche dello Stato sulla riforma della formazione iniziale e accesso ai ruoli dei docenti di scuola secondaria, questa mattina è partito il secondo appello: questa volta tocca alle associazioni disciplinari.
Il timore di una inesorabile inadeguatezza e fragilità della figura del docente di scuola secondaria, ridisegnata dalla legge di bilancio 2019 pervade il mondo delle associazioni delle materie umanistiche, tecniche e scientifiche.
A fronte di una malintesa “semplificazione” delle procedure di accesso, le misure previste dalla legge di bilancio determinano di fatto una estromissione del mondo della scuola dalla formazione docente, che resta appesa al filo esile dei 24 CFU di area psicopedagogica, corsi a pagamento ad accesso libero in mano alle università; spariscono il tirocinio didattico nelle scuole e i laboratori didattici che in passato erano tenuti da docenti di scuola, operanti presso le università in regime di semidistacco dall’insegnamento.
Con questa riforma di torna indietro di quasi trent’anni: è dal 1990, infatti, con la legge 341, che il legislatore paese ha ritenuto necessario dotare i docenti di scuola secondaria di competenze specifiche che andassero oltre la conoscenza disciplinare, istituendo scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario.
Incredibilmente, a fronte della complessità crescente che ha avuto il sistema scolastico in questo periodo, ora si dice che quella preparazione non è più necessaria.
Maurizio Berni
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