Home I lettori ci scrivono Concorso DS, i depennati chiedono attenzione

Concorso DS, i depennati chiedono attenzione

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Mancano ormai meno di due mesi all’inizio del nuovo anno scolastico ed il sistema scolastico italiano si troverà ad affrontare una criticità, di certo non nuova, alla quale il MIM, se vuole fare onore al suo nome, non può fornire la soluzione fin qui trovata, ossia il ricorso alle reggenze, ampiamente criticata ed osteggiata dalle forze politiche che oggi sono alla guida del Paese.

Il problema in oggetto è quello della presenza di un dirigente scolastico in ogni scuola alla quale per legge spetta appunto l’assegnazione di un dirigente scolastico e di un direttore dei servizi amministrativi.

Conclusasi la fase della mobilità regionale ed interregionale la situazione è la seguente: risultano vacanti e disponibili alle nomine circa 400 sedi in tutto il territorio nazionale; nella graduatoria dell’ultimo concorso a dirigente scolastico sono rimasti, in attesa di nomina, circa 160 idonei.

Fatti i conti 240 sedi rimarrebbero senza un DS titolare e quindi affidati in reggenza ad un altro DS: poiché ogni scuola ha mediamente circa 1.000 studenti, una utenza di circa 500.000 studenti si troverebbe ad essere affidata ad un DS a mezzo servizio, in barba alla centralità della figura del dirigente nella gestione unitaria.

Eppure una soluzione di buon senso, di onestà intellettuale e di giustizia politico/sociale è a portata di mano e soprattutto a costo zero: basterebbe ricorrere ai vincitori dell’ultimo concorso a dirigente scolastico che non hanno potuto assumere servizio o che per motivi familiari/personali gravi si sono dovuti dimettere e quindi sono stati depennati dalla graduatoria stessa!

Una soluzione di buon senso perché si tratta di persone che la stessa amministrazione ha selezionato e ritenuti idonei a svolgere la funzione dirigenziale e che solo per sfortunate coincidenze e casi della vita, o del destino per chi in esso crede, continuano a svolgere, con senso del dovere e rispetto delle istituzioni, il ruolo docente.

Onestà intellettuale vorrebbe invece che il MIM ammettesse di non essere stato in grado di avviare e gestire le procedure concorsuali in tempo utile per evitare una così notevole scopertura che non potrà che aumentare nei prossimi anni giacché la storia dei precedenti concorsi ci insegna che non sono mai procedure rapide ed immediate.

Ma ancor di più, qualcuno, fra i burocrati e funzionari del Ministero, dovrebbe chiedersi se l’odierna situazione non sia figlia indiretta della procedura di assegnazione alle regioni adottata per i vincitori del concorso del 2017 se è vero, come è vero, che la gran parte dei DS trasferitisi adesso con la recente mobilità interregionale sono del Sud: lasceranno posti vuoti al Nord che nessuno potrà coprire se non con il ricorso alle reggenze.

Gli altri DS continueranno ad essere esiliati, come loro stessi si sono autodefiniti; ed altri esiliati si aggiungeranno. Un ottimo lavoro di programmazione, da manuale!

Di giustizia politica dobbiamo necessariamente parlare perché i depennati sono vittime, non di una norma che prevedeva il loro depennamento, ma di una classe politica che ha trovato una soluzione per rimettere in corsa verso la carriera dirigenziale tutti, ma proprio tutti, tranne i legittimi vincitori: in che altra maniera si potrebbero leggere le sanatorie (si, sanatorie! e nessun politico saccente ci venga a dire che sanatorie non sono!) per i bocciati agli scritti, agli orali, per chi non ha superato nemmeno la prova preselettiva? Costoro, dirà qualcuno, sono state vittime di una procedura inficiata da vizi di forma e/o di vario genere: chi lo ha stabilito? quale tribunale? in quale data?

Chiediamo al Ministro, al Governo tutto, alla Presidente Meloni che politica si vuole concretizzare con queste scelte ed in che maniera con tali scelte sarebbe valorizzato il Merito?

Se così fosse, allora qualcuno dovrà spiegare, non solo a noi, ma a tutti gli italiani, perché la scuola è una risorsa strategica nazionale (o no?), in cosa consista il merito!

Si tratta infine di giustizia sociale perché ogni studente, e dietro di lui ogni famiglia, deve poter studiare nelle stesse condizioni di tutti gli altri e cioè in una scuola in cui un DS stabile assicura l’erogazione efficace ed efficiente del servizio di istruzione e formazione che, se tutelato da norme di ranco costituzionale, proprio un bruscolino non è!

La Politica, quella Nobile, seria ed avulsa da logiche di campanile faccia ora la sua parte ed utilizzi ogni mezzo che la legge prevede: consenta ad ogni scuola italiana di avere un suo DS e consenta di farlo a chi ha dimostrato, con onore e merito, di poter svolgere quel ruolo!

Comitato Ds vincitori depennati

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