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Contratto e nuove assunzioni: ancora qualche ritardo

Salvo novità dell’ultimo momento, l’avvio del contratto-scuola e della operazione di assunzione di precari subirà un ennesimo ritardo.
Nell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri convocato per il 10 giugno non c’è traccia né dell’atto di indirizzo necessario all’avvio della contrattazione di comparto, né tantomeno della bozza di decreto per l’immissione in ruolo di 87mila precari.
Su quest’ultimo provvedimento sembra che il Ministro dell’Economia stia sollevando qualche difficoltà; secondo Domenico Siniscalco, infatti, scuola e pubblico impiego in genere costerebbero troppo alle casse dello Stato; la preoccupazione maggiore del Ministro sarebbe però legata al fatto che il recente accordo Governo-sindacati in materia di pubblico impiego prevede che una parte dei costi contrattuali venga coperta con risorse da reperire nel 2006; ma così facendo il prossimo anno sarà ancora più difficile far quadrare i conti.
"Questo ulteriore ritardo ci preoccupa non poco
– dichiara Gino Galati segretario nazionale dello Snals – anche se non è detto che il provvedimento di assunzione debba necessariamente passare attraverso il Consiglio dei Ministri".
"Quanto ai numeri
– continua Galati – a noi risulta che il ministro Moratti abbia garantito l’assunzione di 58mila docenti e 5mila Ata: ovviamente avremmo voluto qualcosa di più ma apprezziamo il fatto che in questo modo si riusciranno a coprire almeno tutti i vuoti sull’organico di diritto dei docenti; i 5mila posti per gli Ata sono invece del tutto inadeguati rispetto ai 70mila precari attualmente in servizio".
Anche Massimo Di Menna (UilScuola) si mostra preoccupato e perplesso e ci anticipa che proprio nella serata del 9 giugno si incontrerà con i segretari generali di Cgil-Flc e CislScuola per esaminare la situazione.
"Chiederemo al Ministro un incontro urgente
– annuncia Di Menna al nostro giornale – perché vogliamo conoscere la verità sul problema delle assunzioni. Per noi si tratta di una questione del tutto prioritaria; il mancato inserimento di questo argomento all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri non è di per sé un problema in quanto il provvedimento potrebbe essere benissimo un decreto interministeriale che non ha bisogno della approvazione del Governo".
"Sappiamo però
– aggiunge Di Menna – che il Ministero dell’Economia sta sollevando qualche problema: ed è questo che ci preoccupa davvero".
E per quanto riguarda gli atti di indirizzo?
"L’accordo complessivo sul pubblico impiego è stato fatto e non si torna indietro; sapevamo da subito che l’avvio delle singole trattative avrebbe richiesto tempi tecnici non proprio brevissimi; per ora aspettiamo: in questo momento assumere iniziative e ancora prematuro".

Reginaldo Palermo

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