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Contratto scuola, assunzione dei docenti, divario nord-sud, nostra intervista a M. Ghizzoni (PD)

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Sui temi in discussione in questo periodo nella scuola abbiamo intervistato Manuela Ghizzoni (PD), deputata dal 2006 al 2018 e attualmente componente della Segreteria Nazionale oltre che responsabile Istruzione Università e Ricerca per il Partito democratico.

Parlando delle difficoltà per le assunzioni degli insegnanti in ” zone scomode”, il Presidente dell’ANP Giannelli ha recentemente dichiarato che dovrebbero essere le scuole ad essere dotate di potere assunzionale. Il Presidente Giannelli rivendica la chiamata diretta che venne introdotta dalla 107/2015 sia pur per la scelta da parte dei DS dei docenti trasferiti su ambito disciplinare. Qual è la  sua opinione sulle scuole autonome  come centri assunzionali del personale docente?

La previsione introdotta dalla legge 107 non ha disposto la “potestà assunzionale” da parte delle scuole, poiché, come sottolineava anche l’allora giudice costituzionale Mattarella nella sentenza 76 del 2013, i docenti non sono dipendenti dell’istituzione scolastica ma dello Stato.
Le attuali procedure per l’accesso al ruolo presentano criticità che occorre rimuovere per definire efficaci modalità per individuare i candidati più preparati e competenti, capaci di coniugare i riferimenti teorici alla pratica professionale; disseminare l’onere delle valutazioni comparative in capo alle scuole, aggravandole di un carico organizzativo pesantissimo, non credo sia la soluzione. L’ipotesi avanzata, poi, richiederebbe un raccordo, di difficile soluzione a legislazione vigente, con questioni gestionali e organizzative, alle quali mi permetto di accennare per titoli: coerenza con la programmazione degli organici; garanzia alla mobilità, inclusa quella professionale; gestione dei carichi legali, sempre più diffusi rispetto alle immissioni in ruolo.
 
Scuole al Nord e scuole al Sud, esiste, dopo 160 anni dall’Unità,  ancora una doppia velocità e la forbice si è  ancora più  accentuata in questo periodo di pandemia  da Covid e di DAD. Quali sono gli interventi da mettere immediatamente in campo per colmare questo svantaggio per cui chi oggi nasce a Carpi ( MO) e chi nasce a Caivano ( NA) hanno opportunità  diverse?

Colmare i “divari” richiede interventi a carattere sociale, economico, infrastrutturale agiti in stretta connessione affinché il contesto territoriale cambi e migliori nel suo complesso. Ecco perché la priorità trasversale del PNRR destinata alla riduzione del divario di cittadinanza include 37 diverse linee di intervento, in grado di dare risposte integrate di sistema.
Alcune di esse coinvolgono direttamente il sistema di istruzione, come il “piano di riduzione dei divari territoriali” (1,5 miliardi per contrastare la dispersione e l’abbandono scolastici) e quelli per aumentare l’offerta educativa nella fascia 0-6 anni, per estendere il tempo pieno e per potenziare le infrastrutture per lo sport a scuola (per complessivi 5 miliardi). Ma la crisi causata dal Covid ci ha restituito anche la consapevolezza che se la scuola deve essere sostenuta dallo Stato per poter essere il fulcro della crescita civile della propria comunità, è altrettanto vero che quella stessa comunità deve mettere al centro della propria attività istituzionale, politica, sociale e programmatoria la scuola.
 
Inizia la stagione contrattuale per rinnovare un Contratto di lavoro scaduto da quasi tre anni. Più  volte da esponenti del suo Partito anche ex Ministri è  stata denunciata la stagnazione stipendiale degli insegnanti.
Sarà  possibile un aumento significativo per un contratto di “risarcimento” anche con stanziamenti da prevedere nella legge di bilancio 2022 a fronte della normativa vigente?

Si cita in proposito la Legge di Bilancio 2020 (L.160/2019) del governo Conte 2 che ha blindato i contratti pubblici entro i parametri del DL.vo 29/93, il dispositivo che autorizza aumenti non superiori al tasso di inflazione programmata.

Sono i dati, ad esempio quelli dell’OCSE, a testimoniare che la retribuzione media dei nostri insegnanti è inferiore a quella dei colleghi di altri paesi: la differenza è lieve ad inizio carriera, ma il divario cresce mano a mano che si avanza negli anni di servizio. Rispetto al quesito posto, novità positive giungono dalla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza del 2021, in questi giorni all’esame del Parlamento, nel quale si legge che «Risorse aggiuntive saranno destinate ai rinnovi dei contratti pubblici…». Voglio richiamare anche il Patto per la scuola siglato il 20 maggio scorso tra il Governo e le OO.SS. – da noi apprezzato come strumento di corrette relazioni – che prevede efficaci politiche salariali con il prossimo rinnovo del contratto “tramite le risorse di cui al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Un impegno che non sarà disatteso.
 
Vincoli Mobilità introdotti dalla legge 159/2019 e modificati dalla legge 106/2021. Vede la possibilità che la materia torni tout court nell’alveo naturale della contrattazione nazionale e integrativa come proposto dal PD in un emendamento in sede di discussione alla Camera del DL 73/2021, poi lasciato cadere, sia pur limitatamente ad Utilizzazioni e Assegnazioni provvisorie dal 21/22?

Ho affrontato l’argomento anche nella precedente intervista a Tecnica della Scuola, che ringrazio per lo spazio concesso. La nostra posizione non è cambiata: riteniamo che il vincolo di permanenza sia materia da includere nel contratto sulla mobilità. Il nostro emendamento presentato al testo del Dl 73/2021 non ha ricevuto il necessario parere favorevole del governo (e, va detto, nemmeno di altre forze di maggioranza), pertanto è stato impossibile raggiungere l’obiettivo, da noi posto in quella sede, di rimuovere l’ulteriore vincolo provinciale introdotto dal decreto stesso e di superare quello di permanenza triennale per la richiesta di assegnazioni provvisorie e utilizzazioni. Che l’argomento ci interessi lo testimonia la riproposizione dello stesso emendamento al più recente DL 111/2021. Sul tema continueremo l’interlocuzione con il Governo, che ha mostrato una attenzione assente in precedenza, con la riduzione della durata del vincolo attualmente in vigore.