Per il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022/24 della scuola “ancora non c’è l’atto di indirizzo, anche se per le notizie che abbiamo dovrebbe essere nella fase conclusiva. Quindi, è possibile che nelle prossime settimane si avviino le trattative, che però partono sicuramente in salita: perché sulla base di risorse inadeguate a quella che è l’inflazione e la valorizzazione”: prende il via così la videointervista della ‘Tecnica della Scuola’ a Gianna Fracassi, segretaria generale Flc-Cgil, a margine della conferenza stampa “Investire in Istruzione e Ricerca per far ripartire il Paese”.
Ad oggi, gli aumenti lordi sono fermi ai 160 euro lordi medi previsti dall’ultima Manovra economia, di cui la metà circa già in busta paga da un anno. Solo che l’inflazione nel frattempo è aumentata del 17-18%: Fracassi ritiene allora indispensabile “aumentare i soldi per i contratti”, perché “per l’intervento sul cuneo contributivo non si è aspettata la Legge di Bilancio, ma venne fatto, se non ricordo male, tra gennaio e febbraio. Quindi si trovarono le risorse per dare una risposta ai lavoratori e alle lavoratrici italiane. Quindi questo è possibile farlo anche rispetto al rinnovo dei contratti pubblici, pure del comparto Istruzione e ricerca”.
Riportiamo parte del dialogo con la leader della Flc-Cgil.
Fracassi, nella scuola non c’è ancora un atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale: siamo arrivati a gennaio, ma come al solito sembra che l’istruzione sia l’ultimo sempre dei ministeri ad essere convocato. Voi come vi ponete?
Si parla tanto di valorizzazione, di autorevolezza del personale docente. No, il ministro lo dice ogni cinque minuti. Il primo elemento per misurare l’autorevolezza è sicuramente le risorse che si che si mettono in campo per dare una risposta di natura economica alle persone. I dati sono inequivocabili li si possono leggere da diritto da rovescio ci danno sempre lo stesso significato e cioè che sulla scuola c’è un tema molto serio di definanziamento di tutti i nostri e di tutti i nostri profili personale docente personale ausiliario, tecnico amministrativo.
Ma non sarà facile reperire le risorse, anche perché la Manovra economica per il 2025 è stata appena approvata…
È possibile, al netto della Legge di Bilancio, trovare le risorse per aumentare i soldi per i contratti, è possibile farlo: questo Governo lo ha fatto, ricordo che per l’intervento sul cuneo contributivo non si è aspettata la Legge di Bilancio, venne fatto se non ricordo male tra gennaio e febbraio. Quindi si trovarono le risorse per dare una risposta ai lavoratori e alle lavoratrici italiane. Allora, è possibile farlo anche rispetto al rinnovo dei contratti pubblici e anche quindi del contratto dell’istruzione, del comparto istruzione ricerca. Lo si faccia, si trovino le risorse. Non è accettabile pensare che ci si accontenti di un terzo di quanto dovuto: è come se noi che paghiamo le tasse, e le paghiamo fino all’ultimo euro, a un certo punto dicessimo al ministro Giorgetti ‘caro Giorgetti, noi paghiamo un terzo delle tasse’. Non sarebbe contento, credo, il ministro. E non sarebbe neanche giusto. Attraverso l’imposizione delle tasse e dei tributi si manda avanti un Paese, però è quello che sta accadendo: è il trattamento riservato a chi lavora nei nostri settori.
Se non arriveranno altri soldi, questo significa che la Cgil potrebbe anche non portare avanti la trattativa oppure non firmare il contratto? È prematuro, però siamo fermi a un 6% contro appunto un circa 18% di inflazione.
Io non dico quello che farò, dato che ancora il contratto non si è aperto: io farò tutto il possibile tutto il possibile, per continuare a richiedere e ad avere le risorse necessarie per dare un contratto dignitoso alle persone che rappresento, questo sì lo farò poi faremo le nostre valutazioni alla fine.