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Contratto-scuola: ratifica vicina?

Una voce sta girando con insistenza nella ultime ore: forse venerdì il Consiglio dei Ministri potrebbe autorizzare la sigla del contratto del comparto scuola.
Se questa sarà davvero la decisione del Governo tutti potranno attribuirsi qualche merito: i sindacati confederali della scuola che, dopo qualche titubanza, hanno aderito per l’intera giornata allo sciopero generale del 25 novembre e che possono dunque sostenere che la loro mobilitazione ha “convinto” i ministri Baccini e Tremonti ad accelerare i tempi; ma anche lo Snals potrà affermare che grazie alle pressioni di carattere politico fatte nei confronti della maggioranza si è arrivati ad un risultato positivo, per di più senza far perdere al personale della scuola un’altra giornata di lavoro.
In effetti, a questo punto, l’obiettivo del Governo è già stato raggiunto: se anche il contratto fosse ratificato in questo momento, docenti e Ata riceverebbero gli aumenti non prima di febbraio; infatti dopo la delibera del Consiglio dei Ministri, bisognerebbe comunque aspettare il visto della Corte dei Conti e solo successivamente si potrebbe arrivare alla firma definitiva dell’accordo.
Da quel momento bisognerebbe in ogni caso calcolare i tempi tecnici (mediamente un mese) per consentire alle Direzioni provinciali del Tesoro di erogare materialmente aumenti ed arretrati.
Tutta la procedura non potrebbe concludersi prima della fine di febbraio.
Il Governo, che finora ha cercare di “tirarla per le lunghe” per evitare di pagare entro dicembre 2005, non ha quindi più nessuna ragione per procrastinare ulteriormente la ratifica dell’accordo notturno del 22 settembre.
A meno che l’idea di una parte della maggioranza non sia quella di “costringere” in qualche modo allo sciopero i sindacati: se nella scuola la percentuale di adesione fosse contenuta, il Governo potrebbe sempre sostenere che i problemi della scuola sono ormai risolti.
Ma c’è dell’altro: se venerdì 18 ci fosse la ratifica del contratto, il ministro Tremonti potrebbe anche annunciare subito che i dipendenti della scuola troveranno i soldi in busta paga già a partire da gennaio e, grazie al fatto che gli arretrati del 2005 sarebbero soggetti a tassazione separata, ogni lavoratore si troverebbe in tasca 120-150 euro in più di quanto avrebbe potuto avere a dicembre.
Sarebbe un colpo non da poco che potrebbe servire per svuotare lo sciopero del 25 di ogni significato specifico; a quel punto la protesta sindacale dovrebbe essere rivolta solo alla legge Finanziaria.
Insomma gli scenari che si prospettano sono diversi e contrastanti e a questo punto non resta altro da fare che aspettare un paio di giorni e toccare con mano (o meglio leggere con gli occhi!) l’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri.
Reginaldo Palermo

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