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Contratto scuola, Valditara dice che ci vogliono “soldi freschi”, ma per ora non c’è certezza neppure sui 300 milioni già stanziati

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Nella mattinata del 7 novembre, parlando al Rai Radio 1 nel corso della trasmissione “Tutti in classe”, il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha affrontato la questione del rinnovo del contratto nazionale di lavoro della scuola.
Ha detto che per i docenti servono “soldi freschi, soldi nuovi” e che “bisognerà trovare una soluzione, il problema economico è uno dei temi importanti per tornare a valorizzare questa figura professionale”.
Per la verità, però, per il momento i soldi sono sempre gli stessi di un anno fa e cioè 3 miliardi e mezzo che non bastano neppure per arrivare a 100 euro di aumento (lordo) per tutti.
Per avere il famoso “aumento a tre cifre” ci vogliono almeno i 300 milioni che la legge di bilancio 2022 aveva stanziato per la valorizzazione dei docenti e che il mese scorso il Ministro Bianchi si era impegnato, in accordo con i sindacati, a destinare agli incrementi contrattuali.
Ma, per fare questo, è necessario un nuovo atto di indirizzo che, al momento, è fermo nelle stanze del MEF.
Tuttavia non si sa ancora con precisione cosa intenda fare il nuovo Ministro proprio su questo punto: da un lato potrebbe essere “prudente” rispettare gli accordi già presi in precedenza anche per evitare di iniziare male nei rapporti con le organizzazioni sindacali, dall’altro sarebbe un po’ paradossale che il Ministro del Merito decida di usare i 300 milioni destinati alla valorizzazione della professionalità per riconoscere un “aumento a pioggia” a tutti.
Quanto ai “soldi freschi” di cui parla Valditara non è ancora chiaro dove, come e quando possano essere trovati, considerando anche che, per garantire un incremento significativo degli stipendi, occorrono somme davvero importanti.
E, da quanto se ne sa in questo momento, la prossima legge di bilancio dovrebbe essere concentrata tutta sulla lotta al caro energia con sostegni alle imprese ma anche alle famiglie.
Insomma, un problema di non poco conto per il nuovo Governo che aveva inserito il contratto della scuola fra le priorità da affrontare nei primi mesi di lavoro.