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Contrordine: arriva la liberatoria per gli anticipi

Sulla questione degli anticipi nelle primarie e nella scuola dell’infanzia intervengono due chiarimenti ministeriali resi noti in queste ore.
Per quanto riguarda la scuola primaria, una nota del 12 settembre precisa che, per quest’anno, i bambini che hanno sostenuto l’esame di idoneità alla seconda elementare possono frequentare regolarmente anche se non hanno ancora compiuto i 6 anni di età.
In pratica una chiara inversione a U rispetto a quanto indicato nella lettera circolare del 31 agosto.
Stessa inversione di tendenza anche per gli anticipi nella scuola dell’infanzia.
In questo caso il problema viene affrontato dalla stessa Vice-Ministro Mariangela Bastico in una nota del 31 agosto ma resa nota solo nella giornata dell’11 settembre.
Il probema – spiega la Vice-Ministro – è che le iscrizioni presentate dalle famiglie nel mese di gennaio, “pur non configurando titolarità di veri e propri diritti soggettivi, concretizzano legittime aspettative, peraltro assai avvertite, per ragioni di carattere sociale ed educativo”.
“Per l’anno scolastico 2006/2007 – prosegue ancora Mariangela Bastico – con la legge 23 febbraio 2006, n. 51 è stata confermata la data del 28 febbraio quale termine per il compimento dei tre anni, al fine dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia”.
Pertanto – conclude la nota ministeriale – “non si esclude che, a livello locale, la frequenza per l’anno scolastico 2006/2007 di coloro che compiono i tre anni entro il mese di febbraio dell’a.s. di riferimento possa trovare ambiti di praticabilità, nel quadro di intese tra le singole istituzioni scolastiche e i comuni interessati, anche a seguito di informazione alle parti sociali”.
I due chiarimenti (ma in particolare quello relativo agli anticipi nella scuola dell’infanzia) non mancheranno di suscitare polemiche e di appesantire ulteriormente i rapporti con le organizzazioni sindacali che non sono in questo momento particolarmente distesi, soprattutto in relazione alle voci che si susseguono di possibili “tagli” di spesa al bilancio dell’istruzione.

Reginaldo Palermo

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