Home sos genitori Coronavirus e famiglie, le nuove parole ai tempi della pandemia

Coronavirus e famiglie, le nuove parole ai tempi della pandemia

CONDIVIDI

Il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini e in parte anche la nostra lingua, contribuendo a nutrire il nostro dizionario. Da quando la malattia ha cominciato a diffondersi, il nostro lessico quotidiano si è arricchito di termini usati prima solo in ambito specialistico e di acronimi (cioè nomi formati dalle lettere iniziali di più parole) di cui non sempre si conosce il significato esatto. Spesso si fa un po’ di confusione: la parola Covid, per esempio, breve e facilmente memorizzabile, viene usata erroneamente per indicare il virus. Ecco, allora, un piccolo glossario per orientarsi nel lessico della pandemia.

  • Covid-19 è la sigla che è stata scelta dall’OMS per definire la malattia causata dal virus SARS-CoV-2. Covid-19 sta per Coronavirus disease (malattia), identificata nel 2019.
  • SARS-CoV-2 è il nome con cui il nuovo virus, che appartiene alla famiglia dei coronavirus, è stato classificato dall’OMS.SARS sta per severe acute respiratory syndrome (sindrome respiratoria acuta grave), CoV per coronavirus, mentre il 2 ha valore distintivo rispetto al SARS-CoV-1, il virus della SARS.
  • OMS Organizzazione mondiale della Sanità (in inglese WHO, World Health Organization). È un organo delle Nazioni Unite, fondato nel 1948, con sede a Ginevra. L’organizzazione promuove la cooperazione internazionale nel settore della sanità e si occupa anche di monitorare la diffusione di malattie infettive. Il Direttore Generale è Tedros Adhanom Ghebreyesus. Il sito è www.who.int
  • ISS Istituto Superiore di Sanità. È un organo del Servizio sanitario nazionale italiano e ha sede a Roma. Si occupa della salute pubblica. Il presidente è Silvio Brusaferro. Il sito è www.iss.it
  • USCA Unità Speciali di Continuità Assistenziale, istituite dal Governo nel marzo 2020. Sono squadre di medici che svolgono visite domiciliari alle persone ammalate di Covid-19, non ospedalizzate, che necessitano di assistenza medica. Le USCA dipendono dalle ASL (Aziende sanitarie locali).
  • DdP Dipartimento di Prevenzione della ASL. I referenti del DdP si raccordano con i referenti Covid delle scuole. È bene tener conto che, nel caso venga accertato in una scuola un caso di positività tra gli alunni o gli operatori scolastici, la chiusura dell’istituto (totale o parziale) e la prescrizione della quarantena per i contatti stretti (per esempio per i compagni di classe di un alunno positivo) sono disposte dal DdP, non dalla scuola. È sempre il DdP a decidere quali strategie di screening mettere eventualmente in atto.
  • Test molecolare, detto comunemente tampone. Il tampone è un lungo cotton fioc attraverso cui viene prelevato dalla cavità nasale un piccolo campione di materiale biologico (muco) che viene poi analizzato in laboratorio. Se viene rilevata la presenza di materiale genetico (RNA) del virus, la persona è positiva. Si tratta del test più affidabile.
  • Test antigenico, detto comunemente tampone rapido. Anche in questo caso il campione organico viene raccolto tramite tampone nasale. La procedura di analisi rileva le proteine virali. È un test più rapido e meno costoso rispetto al molecolare ma meno affidabile.
  • Test sierologico. Si tratta di un test svolto attraverso un prelievo di sangue venoso. Serve per rilevare la presenza e la concentrazione di anticorpi nel sangue (IgG e IgM). La presenza di anticorpi segnala che il sistema immunitario ha messo in atto una reazione al virus. Attraverso il test sierologico si può stabilire se la persona è entrata in contatto con il coronavirus in passato, non se l’infezione è in atto. La presenza di anticorpi IgM segnala che l’infezione è recente. È utile in particolare per le indagini epidemiologiche. Un’altra tipologia di test sierologico prevede il prelievo da un dito di una goccia di sangue, che viene inserita in un tester. Questa seconda tipologia ha un tempo di esecuzione rapido ma risulta meno affidabile.

Ambito scolastico

  • Referente scolastico per Covid-19, detto comunemente Referente Covid. Si tratta di una figura interna alla scuola che si interfaccia sia con le famiglie che con il Dipartimento di Prevenzione al fine di agevolare il tracciamento e il contenimento dei contagi. Viene nominato in genere un referente per ogni plesso scolastico e si tratta quasi sempre di un insegnante.
  • Aula Covid. In ogni istituto è stato individuato un locale adibito alla permanenza di un alunno che durante l’orario scolastico presenti un sintomo compatibile con la malattia Covid-19 (per esempio tosse, brividi, nausea, vomito, diarrea, temperatura superiore a 37.5, congestione nasale, perdita dell’olfatto o del gusto). Di fronte all’insorgenza di uno di tali sintomi, l’alunno viene accompagnato nell’aula Covid, dove attenderà, insieme a un adulto, l’arrivo dei genitori che vengono immediatamente contattati dalla scuola.
  • DaD sta per Didattica a Distanza, la modalità di insegnamento attivata attraverso piattaforme digitali durante il periodo di sospensione delle attività didattiche in presenza. Il vocabolario online Treccani ne dà la seguente definizione: “Insegnamento impartito tramite sistemi telematici”.
  • DDI sta per Didattica Digitale Integrata, modalità didattica attivata attraverso piattaforme digitali che dovrebbe affiancare le attività in presenza.Il vocabolario online Treccani ne dà la seguente definizione:Insegnamento impartito tramite sistemi telematici nelle scuole secondarie di secondo grado”.
  • Lezione/attività sincrona. Viene svolta attraverso un videocollegamento e garantisce quindi l’interazione tra insegnanti e studenti. È detta comunemente videolezione.
  • Lezione/attività asincrona. Consiste in attività quali la fruizione di un video preregistrato o lo studio di materiali didattici caricati dall’insegnante su piattaforma. Non c’è interazione.