Home Attualità Cosa vogliono i giovani dal lavoro? Più crescita umana per le donne,...

Cosa vogliono i giovani dal lavoro? Più crescita umana per le donne, più soldi per gli uomini

CONDIVIDI

Cosa si aspettano i giovani dal loro futuro lavorativo? Quali sono i bisogni e le aspettative maggiori che riversano su loro futuro?

A rispondere almeno parzialmente a queste domande è una ricerca di Forema l’ente di formazione del sistema di Confindustria del Veneto. Dalle risposte ricevute dagli intervistati emerge chiaro che le donne pensano più alla crescita umana gli uomini sono più focalizzati allo stipendio.

La ricerca di Forema

La ricerca condotta sull’arco di cinque mesi ha visto raccogliere le opinioni di oltre duecento persone scelte tra corsisti e disoccupati che si sono relazionati con l’ente padovano.

La survey è stata realizzata dall’ufficio studi di Fòrema nel periodo luglio-settembre del 2023. In quei mesi, 202 persone, individuate tra disoccupati iscritti alle liste pubbliche e ad ex corsisti di Fòrema, hanno descritto come orientare l’offerta di servizi e cosa si aspettano dal lavoro.

Ne sono emersi interessanti trend attorno al tema di “Cosa ti serve per lavorare?”. L’indagine è stata pensata per individuare le necessita ed obiettivi dei giovani alle prese con l’entrata del mondo del lavoro, in un momento, questo che stiamo attraversando, molto particolare con le rivoluzioni green e digital che stanno cambiando il contesto occupazionale. I dati raccolti sono stati analizzati in base all’età, al genere e alla posizione lavorativa e disegnano una realtà molto complessa.

Cosa si aspettano dal lavoro i giovani

“Per meno della metà del panel (48%) la motivazione al lavoro poggia esclusivamente sul bisogno di sicurezza e indipendenza economica, mentre, aggregando le altre risposte, per la maggioranza l’obiettivo è quello di soddisfare bisogni superiori (autorealizzazione, stima, appartenenza, estetici)”

Il secondo aspetto in ordine di importanza (parliamo del 13% degli intervistati) è la possibilità di crescere professionalmente e umanamente, seguito da vicino dall’opportunità di realizzare le proprie potenzialità (11%). Per gli uomini la sicurezza e l’indipendenza economica assume un peso maggiore (51%) rispetto alle donne (45%), così come il sentirsi utili e stimati (9% vs 6%), portandosi dietro il ruolo tradizionale di “breadwinner”, cioè ilmodello di sostentamento familiare sviluppatosi nel corso dei secoli dove il peso economico e del sostentamento dell’intera comunità grava su di un solo membro.

Per le donne sono più fondamentali avere bisogni più elevati quali per esempio la crescita professionale e umana (14% vs 11%), l’autorealizzazione (12% vs 10%), agire le proprie competenze (8% vs 5%), la disponibilità di tempo per la propria vita privata (5% vs 3%).

Cosa si aspettano dalla formazione

Per quanto riguarda il tema più specifico della formazione, ci credono più le donne che gli uomini.

La richiesta di formazione sulle digital skills registra i valori più elevati (fondamentale per il 52% degli intervistati), seguita dalla formazione tecnica (47%). Risultano di particolare interesse metodologie di autoformazione flessibile come l’utilizzo di piattaforme di E-learning. Le donne danno più importanza alla formazione (55% vs 38% degli uomini) e propendono per i digital skills in misura maggiore per gli under 29.
Le donne mostrano maggiore interesse a tutta la gamma di strumenti proposta dal mondo del lavoro mentre gli uomini con oltre il 67% mostrano interesse per la fruizione di buoni o servizi.

Aspettative del mondo del lavoro vs preferenze scuole superiori

Sarebbe interessante incrociare i dati di questa ricerca e di ricerche simili con i dati emersi dalle iscrizioni degli studenti alle scuole superiori. Dai dati delle iscrizioni di questo 2024, emerge che I licei mantengono lo status di prima scelta anche se registrano un leggero calo 56,6% contro il 57,1 dello scorso anno, mentre sono in crescita gli istituti tecnici con il 31,66% rispetto al 30,9%.

Sono piccole variazioni che ancora non possono confermare la presenza di decisivi trend divergenti rispetto al passato, vedremo cosa succederà nei prossimi anni, se e quanto gli indirizzi più tecnici associati ad un successivo percorso con gli ITS saranno essere attrattivi rispetto ai percorsi liceali e quanto sapranno soddisfare i desideri dei giovani verso il mondo del lavoro.