Così la scuola non sarà più uno stipendificio

L’articolo scritto il 16 luglio da Leonardo Raito dal titolo “Così la scuola non sarà più uno stipendificio” trabocca di astio verso la classe insegnante

e dimostra la totale ignoranza della vita della scuola italiana da parte dell’autore, e di riflesso, della redazione della vostra testata.

Una domanda: quand’è che la scuola sarebbe diventata uno stipendificio? A parte il fatto che la mia paga mensile non è uno stipendio ma un’elemosina, io lavoro per circa 45 ore alla settimana, compresi il giorno libero e i festivi; trascorro le ferie ad aggiornarmi e a studiare. Secondo voi rubo il mio stipendio? Vergognatevi a offendere in questo modo degli onesti lavoratori che tengono in piedi il nostro paese con una paga da fame. E resterà una paga da fame perché il cosiddetto “merito” della riforma della scuola prevede qualcosa come 5-10 euro in più al mese. Questa è una valorizzazione? Ma non siamo ridicoli.

Alcuni altri commenti: il brillante giornalista scrive “Mentre tutto intorno il mondo corre, la scuola italiana era ancora ferma al palo, e acuiva in modo abnorme la differenza di preparazione tra i nostri giovani e i giovani europei.” E’ palesemente falso: i risultati della scuola italiana in alcune regioni settentrionali sono migliori di quelli delle migliori nazioni europee; e i nostri diplomati sono apprezzatissimi dalle più prestigiose università straniere perché sono fra i meglio preparati nel mondo. non lo sapevate? Ma guarda…

Proseguo: “le giovani generazioni si trovano a competere su scala internazionale con paesi e popoli che investono di più e meglio in formazione di ogni livello”. Questo è assolutamente vero: e il nostro governo si sta preparando a disinvestire sull’istruzione, come si può facilmente evincere dal DEF (Documento di Economia e Finanza) 2015. E’ infatti previsto che la spesa pubblica per l’istruzione nel 2015 pari al 3,7% del PIL, passi nel 2020 al 3,5% e nel 2030 al 3,3%. Perché questa informazione non passa sul vostro giornale? Siete giornalisti o servi di regime? O forse anche in questo caso ignorate il documento? Andate a leggerlo…

La “Buona Scuola” è la riforma che getterà definitivamente a Scuola Pubblica italiana nel baratro, e questo lo capisce anche un bambino (e ovviamente il governo lo sa benissimo, percHè è esattamente l’obiettivo che sta perseguendo).

L’Unità dei tempi andati era un signor giornale, e non esitava a criticare anche la sinistra. Voi, evidentemente, non ne siete capaci, altrimenti avreste ospitato un dibattito serio sulla scuola.

Gli insegnanti sono in larga maggioranza di sinistra, e quindi non potranno mai comprare il vostro giornale né votare per il PD, dal momento che sia questo sia quello sono diventati dei pericolosi reazionari.

Grazie per l’attenzione che sicuramente non vorrete concedermi.

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