TFA, una lezione di stile

Alla conclusione del T.F.A. (tirocinio formativo attivo) corso svolto nell’A.A. 2014-15 che serve a conseguire, in questo caso,  l’abilitazione nelle classi  A077 – strumento musicale, i venti studenti che lo hanno frequentato si sono ritrovati una inaspettata sorpresa: la loro quota di frequenza, inizialmente prevista pari a 2000 euro, è stata ridotta  dal Consiglio di Amministrazione, fatte le debite verifiche di bilancio,  a 1500 euro. Di questi tempi, una tassa che anziché aumentare diminuisce (e di un ben 25%) è già una notizia.

Ma poi la sorpresa vera è stata quella dei responsabili quando hanno appreso che  sette dei venti tirocinanti hanno deciso di rinunciare ciascuno a cento euro di questo “sconto” per destinarli ad una borsa di studio per un futuro studente del dipartimento di didattica che abbia i requisiti di merito e reddito o che sia disponibile a svolgere il lavoro di tutor per quegli studenti che chiedono le borse di studio del “diritto allo studio” (DSU). 

Da questi studenti tirocinanti, che in futuro diventeranno docenti, è stata una bella lezione di stile, tanto che anche due docenti hanno deciso subito di non essere da meno e di partecipare alla cosa, rinunciando anch’essi alla quota di 100 euro della loro retribuzione per destinarla alla stessa borsa di studio che così raggiunge quota 900 euro. Non molto, ma abbastanza per far capire che si può essere intelligenti e generosi anche con poco, e che il Conservatorio di Milano, forse un po’ controcorrente, sa aprire spazi dove possono succedere cose così.

Speriamo che sia l’inizio di una nuova moda, e che presto molti seguiranno l’esempio, visto che si è dimostrato che cose così sono possibili.

A tutti i tirocinanti del TFA (che non sanno ancora con certezza il loro destino visto che i provvedimenti ministeriali che li riguardano seguono oramai linee guida piuttosto imprevedibili) auguro un giorno di saper imparare dai loro studenti come noi abbiamo saputo o dovuto imparare dal loro. 

Aveva ragione Schoenberg quando scriveva nella prefazione del Manuale di Armonia: “Questo libro l’ho imparato dai miei allievi”.

La borsa di studio, ovviamente, sarà intitolata alla memoria di Carla Canedi, la più brillante, geniale e anticonvenzionale collega con la quale abbiamo avuto la fortuna di lavorare.

I lettori ci scrivono

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