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Covid e psiche, 1 italiano su 5 ha preso farmaci

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Non si è presentato senza colpire duramente il Covid, e non solo la salute di milioni di persone, prostrandola e portandola alla morte. Ha avuto anche effetti devastanti sulla psiche di altrettanti milioni di persone, come dimostra il rapporto Eurispes le cui risultanze dicono che quasi una persona su 5 ha assunto nell’ultimo anno farmaci come ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici. 

E ancora una volta a ricorre alle cure chimiche sono state maggiormente le persone mature e le donne.

L’Eurispes, nel Rapporto Italia 2021, ha indagato sul consumo di psicofarmaci da parte dei cittadini e sul ricorso al sostegno psicologico, che pure risulta rilevante, sottolineando che un intervistato su 4 si è rivolto anche ad uno psicologo.

Il 19% del campione sondato dall’Eurispes ha dichiarato di aver assunto psicofarmaci, il consumo risulta più diffuso della media tra le persone più mature (22,5% dai 65 anni in su), meno tra i giovanissimi (10,1% dai 18 ai 24 anni). 

La percentuale tra le donne risulta più alta che tra gli uomini: 21,2% contro 16,7%. Una maggiore incidenza è stata rilevata, poi, tra le persone in cassa integrazione (27,2%) e pensionati (23,7%). Inoltre, stando ai dati raccolti nell’indagine, è rilevante la quota di chi si è rivolto ad uno psicologo, vale a dire più di un quarto del campione (27,2%). Ad uno psichiatra si è rivolto il 5,6% degli intervistati, in un percorso che solitamente si avvale anche di una terapia farmacologica di supporto.

Per quanto riguarda i giovani invece, l’82,1% di essi vuole intraprendere una vita indipendente nel futuro e ritiene che l’età ottimale per realizzarla sia di 23,7 anni.

Il 17,9% vuole continuare a vivere con i propri genitori, mentre mostrano voglia di crescere quelli dai 18 anni in su.

Sembrerebbe che gli italiani siano sempre “mammoni”, considerato che i giovani maschi esprimono una preferenza a vivere per un tempo più lungo con i propri genitori rispetto alle ragazze (il 22,9% contro il 12,7%).

“Il timore di spiccare il volo”, sottolinea Eurispes, è anche legato a motivi economici: la scelta dei giovani di voler rimanere in famiglia è pari al 24,6% tra le famiglie a basso reddito, al 18,3% nelle famiglie a reddito medio, al 13,8% nelle famiglie con reddito elevato.

Tuttavia i giovani italiani sono anche un po’ più ottimisti dei loro coetanei stranieri. Due terzi sono fiduciosi nel futuro, mentre poco più di un quarto (28,8%) presenta un punto di vista opposto. 

Paradossalmente, l’epidemia di Covid ha contribuito alla crescita della fiducia nel futuro (al 66,1%, rispetto al 55% del 2019). 

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