Home Attualità Covid, i disturbi dei giovani: ansia, solitudine e autolesionismo

Covid, i disturbi dei giovani: ansia, solitudine e autolesionismo

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Lo chiamano “sovraccarico emotivo” e colpisce gli adolescenti tra i 12 e i 17 anni. E’un malessere in continua crescita, con numeri preoccupanti. A sentirsi stressate sono quasi 8 persone su 10, secondo un aggiornamento dello “stressometro”, l’indagine periodica realizzata dall’Istituto Piepoli proprio per il Cnop. Lo studio, condotto lo scorso gennaio su un campione rappresentativo della popolazione, ha  posto l’accento sui i giovani, i più esposti, “nei quali si sta sviluppando un’onda lunga di problemi psicologici“, mette in guardia il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop). La salute mentale e’ sempre più a rischio fra i ragazzi e sta letteralmente esplodendo il fenomeno dell’autolesionismo.

La buona notizia, non ancora ufficiale, è che a fine marzo, inizio aprile, si profila la vaccinazione degli studenti over 16 per un ritorno agli esami in presenza e magari alla normalità. Ma fino ad allora avremo un problema da affrontare. Persino Fiorello durante una conferenza stampa a Sanremo 2021 ha palesato, con commozione e tristezza, il disagio sperimentato dalla figlia adolescente “Non è più abituata a uscire di casa. Sto soffrendo con lei. È un dolore” ha detto. Lo showman è uno dei tanti padri che ha posto l’accento su un tema trascurato, spesso sminuito, perchè “la pandemia ha lasciato strascichi ben più pesanti (morti, malati, chiusure attività, perdita lavoro).  Non serviva Fiorello per guardare alla questione, ma se un’artista del suo calibro ne parla, accendendo i fari su un problema già ampiamente noto agli psicologi e psicoterapeuti, forse è il caso di prestare più attenzione alla futura classe dirigente, che porterà con sè gli strascichi emotivi di questa crisi pandemica.

Tra i più esposti ci sono i giovani che vivono con criticità la perdita del punto di riferimento rappresentato dalla scuola. Anche secondo Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale Bambin Gesù di Roma, i giovani sono tra le categorie a cui prestare maggiore attenzione. Vicari rileva come siano aumentati notevolmente, da ottobre, gli accessi in Pronto Soccorso per disturbi mentali, in particolare tentativi di suicidio o atti di autolesionismo, ad esempio con dei tagli sul corpo. “Per settimane– ha precisato- abbiamo avuto otto posti letto su otto occupati, e non era frequente, e tutti per tentativo di suicidio. Non mi era mai capitato“. Numeri allarmanti arrivano anche dal centro di Neuropsichiatria della Fondazione Mondino IRCCS di Pavia: le richieste di ricovero degli adolescenti sono aumentate del 50% rispetto allo scorso anno.

Quelle che erano già emerse da uno studio condotto nella primavera scorsa in seguito al primo lockdown, con dati sempre più allarmanti adesso a ridosso della terza ondata, sono le conseguenze drammatiche dovute all’isolamento sociale, con forme sempre più preoccupanti.A causa della pandemia, conferma l’istituto neuropsichiatrico di Pavia, sono aumentati i disturbi psicologici e psichiatrici tra gli adolescenti, con ricoveri sempre più frequenti per atti di lesionismo.

Secondo gli esperti, poi, va considerato che l’onda lunga di questi disagi o disturbi nei ragazzi ci accompagnerà anche finita l’emergenza, per cui è importante agire, investendo sulla salute mentale, sebbene manchino strutture psichiatriche ad hoc, acuendo le difficoltà delle stesse famiglie che hanno un problema e non sanno dove andare. 
La prima ondata della pandemia Covid-19 ha infatti ridotto le attività dei Servizi di Salute mentale nel nostro Paese per cui il 20% dei Centri ambulatoriali è rimasto chiuso e il 25% ha ridotto gli orari di accesso, secondo uno studio della Società Italiana di Psichiatria (SIP) pubblicato su Bmc Psychiatry e presentato in occasione dell’inaugurazione della prima conferenza italiana dei Direttori di DSM. Tutte le attività hanno avuto una significativa diminuzione, come i consulti psichiatrici ospedalieri (-30%), le psicoterapie individuali (-60%), le psicoterapie di gruppo e gli interventi psicosociali (-90/95%).

Separati dai compagni e senza la scuola in presenza a fare da “ammortizzatore di stress, disagi e disturbo mentale, con la costruzione di relazioni positive in un contesto con una valenza educativa“, i ragazzi spesso hanno trascorso le ore a chattare, giocare ai videogames ma anche solo a fissare il soffitto. Sono aumentati i problemi di sonno, ansia, irritabilità, che in alcuni casi è sfociata in aggressività verso i genitori e se stessi.Finita l’emergenza, secondo gli studiosi, ci vorrà del tempo prima che i ragazzi si riabituino alle interazioni umane e soprattutto a farli uscire di casa.
Per i ragazzi la didattica a distanza, così come lo smart working per gli adulti,  richiede funzioni cognitive diverse rispetto a quelle che normalmente si affrontano. Occorre doversi riadattare con strumenti tecnologici e questo porta a una condizione di stress negativo che provoca una stanchezza emotiva.

Per superare questo periodo, secondo gli psicoterapeuti, è fondamentale evitare di  mettersi in standby e chiudersi nella propria camera, ma dandosi piccoli compiti nel corso della giornata, creando una nuova routine senza farsi schiacciare dal tempo, dall’ansia e dai bombardamenti del flusso continuo di notizie sulla pandemia. Non è infatti possibile controllare il numero dei dati del Governo sulla pandemia, ma possiamo evitare le notizie sui numeri negativi ci mettano in crisi. Per i giovani, inoltre, è importante credere ottimisticamente ad un nuovo inizio, con aiuto di specialisti se necessario.