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Cspi: il Pei non è un atto amministrativo, ma uno strumento di progettazione condivisa tra scuola, famiglia e Asl

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Come abbiamo anticipato, il Cspi ha fornito il proprio parere sul Pei in relazione allo schema di decreto del ministero.

Quanto viene ribadito è l’importanza di un approccio interistituzionale alla definizione del progetto di vita della persona con disabilità. In altre parole, davanti a una disabilità non può essere solo la scuola a farsi carico degli interventi di supporto, né solo l’ente locale, ma tutte le istituzioni in accordo, ognuna per la propria parte.

L’accertamento della disabilità (da parte dell’INPS), infatti – leggiamo sul parere del Cspi – è propedeutico al Profilo di Funzionamento (UMV-ASL) che, a sua volta, è propedeutico al PEI (GLO) e al Progetto Individuale (Ente Locale). È pertanto necessaria omogeneità e coerenza dei criteri di elaborazione di tutte quante le certificazioni e documentazioni. Ora alle scuole è richiesto di elaborare i PEI secondo i criteri del modello bio-psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento della disabilità e della salute (ICF), anche in assenza di un Profilo di Funzionamento che tenga conto degli stessi criteri.

Su questo tema il Cspi evidenzia la contraddizione e suggerisce che il nuovo modello di PEI sia vincolante solo dopo l’adeguamento dei Profili di Funzionamento, secondo il modello ICF.

Un modello coerente con le raccomandazioni internazionali

Un ulteriore aspetto su cui il Cspi pone l’accento è la necessità che il modello di Pei tenga conto del fatto che in questi anni molte scuole-polo per l’inclusione, CTS e CTI, anche in reti interistituzionali, hanno lavorato all’elaborazione di modelli che siano via via più rispondenti alla necessità di garantire un’inclusione scolastica coerente con le raccomandazioni internazionali e i risultati delle ricerche scientifiche.

Quindi, nell’ottica di un Pei rispettoso degli sforzi fatti dai docenti e dai dirigenti, i modelli dovrebbero essere adeguati e adeguabili alle diverse realtà, scolastiche e individuali: dovrebbero, quindi, essere considerati come un riferimento nazionale, vincolante per alcuni aspetti amministrativi, ma non per quelli progettuali e didattici.

Il Pei non è un atto amministrativo

Infine segnaliamo una precisazione del Cspi. Se nello schema di decreto ministeriale, il Pei viene definito un atto amministrativo, il Cspi corregge il tiro, precisando: “Considerare il PEI un atto amministrativo lo riduce ad un adempimento formale con possibili conseguenze di contenzioso anche sugli aspetti tecnici legati alle scelte
pedagogiche didattiche. Il PEI dovrebbe essere principalmente uno strumento di progettazione condivisa fra scuola-famiglia e ASL“.

Di questi argomenti parleremo anche in occasione di Fiera Didacta Sicilia nella giornata dedicata all’inclusione, nella mattina di sabato 22 ottobre.

Il percorso formativo per le scuole

Su questi temi il percorso formativo di 25 ore Il PEI per una scuola inclusiva – Esempi commentati di progettazione del nuovo PEI, azioni e strategie rivolto alle scuole per l’anno scolastico 2022/2023 a cura di Salvatore Impellizzeri e Katia Perdichizzi, organizzato nell’ambito del progetto Insegnare per lasciare il segno – Un modo nuovo di apprendere/insegnare.