Su La Gazzetta di Mantova c’è ampio risalto alla vicenda delle cuoche delle scuole di Mantova.
Hanno contratti part-time, non guadagnano più di 400 euro al mese e dovranno lavorare 36 anni per maturare l’anzianità contributiva necessaria alla pensione di vecchiaia e non meno di 60 anni per quella anticipata.
Le 200 cuoche che servono i pasti in asili nido, scuole dell’infanzia e primaria parlano di “discriminazioni”.
Secondo quanto segnalato dai sindacati, durante i mesi estivi, le cuoche nelle mense scolastiche “non percepiscono reddito, non possono usufruire della Naspi” in virtù del principio che il rapporto di lavoro perdura anche nei periodi di sosta non lavorati, non hanno diritto neppure agli assegni familiari e sono penalizzati anche nel diritto di accesso alla pensione.
Il danno è duplice: da un lato il loro contratto prevede zero euro a scuole chiuse, dall’altro l’Inps calcola l’anzianità contributiva sulla base delle effettive ore di lavoro. Una situazione intricata alla quale – chiedono i sindacati – bisogna fare fronte.
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