Il Ministero dell’Istruzione, in questi ultimi tempi, ha emanato una miriade di circolari, decreti spesso contraddittori che non fanno assoluta chiarezza sulle questioni da affrontare ma creano soltanto confusione e disorientamento tra gli addetti ai lavori.
Si vuole mettere molta “carne a cuocere”, ma così non si va da nessuna parte.
Molti provvedimenti del Miur non fanno chiarezza su alcuni punti controversi, in quanto sono particolarmente inficiati di burocratese, ossia di quel linguaggio astruso caratteristico della Pubblica Amministrazione che utilizza un gran giro di parole per dire tutto creando alla fine soltanto caos.
I decreti e le circolari devono essere chiari, espliciti, lapalissiani e devono mettere in risalto soprattutto i punti più spinosi e controversi delle questioni da affrontare. In questo modo non assisteremmo a situazioni di continui ricorsi da parte dei ricorrenti che si vedono lesi nei loro diritti.
Questa chiarezza nei documenti ufficiali del dicastero di Viale Trastevere deve essere esplicitata soprattutto quando è rivolta ad una vasta pletora di utenti alle prese con la compilazione delle domande per l’aggiornamento delle graduatorie.
Si spera che questa chiarezza esplicativa si possa ottenere nella presentazione delle domande di aggiornamento delle graduatorie del personale ATA in modo tale da semplificare la vita sia degli aspiranti che delle segreterie scolastiche che dovranno valutare i punteggi da assegnare.
Anche le circolari emanate e dirette alle scuole spesso non sono chiare e si sottopongono ad una vasta gamma di interpretazioni le più disparate possibili.
Se il linguaggio burocratese fosse più semplice si eviterebbero errori madornali e molti aspiranti non sarebbero costretti a rivolgersi alla magistratura amministrativa per vedersi riconosciuti i propri diritti continuamente lesi da codici, codicilli, leggi, leggine, decreti e ciurcolari da intrepretare.
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