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Daspo cellulari in una scuola, sequestrati per giorni a chi li usa in classe. Il preside: “Una ragazza ha avuto una crisi di pianto”

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Ancora misure contro i cellulari in classe a scuola. L’ultima di cui si ha notizia è quella attuata in un istituto di Bologna. Qui, come riporta La Repubblica, gli studenti devono consegnare il proprio smartphone all’ingresso. Chi lo usa in classe se lo vedrà sequestrato per giorni.

“La regola c’è ed è chiara – spiega il dirigente scolastico – Il cellulare in classe si spegne, si può accendere durante la ricreazione. A chi sgarra, viene ritirato dai 10 ai 30 giorni. Chiediamo anche il numero identificativo, perché il cassetto della mia scrivania è colmo di telefonini ritirati durante i compiti in classe che poi ho scoperto essere di smartphone in disuso e senza sim, consegnati per tenersi stretto il proprio”.

Inutile dire che ci sono state reazioni disperate da parte degli alunni costretti a separarsi dall’amato bene. “Una ragazza ha avuto una crisi di pianto” ricorda il preside. Tutti d’accordo invece i genitori.

Nella scuola i ragazzi indisciplinati vengono impiegati in lavori socialmente utili

Il Daspo del cellulare è solo uno dei provvedimenti adottati dalla scuola per limitare comportamenti inadeguati che sono in aumento. Soprattutto gli studenti del biennio, invece di essere sospesi, vengono impiegati in lavori socialmente utili, restano cioè a scuola un’ora in più tutti i giorni per dare una mano agli ATA, soprattutto nel riordinare le aule, fare piccole pulizie, manutenzioni, la raccolta differenziata.

“I lavori socialmente utili sono una delle misure proposte dal ministro Valditara e passata due giorni fa in Senato, ma ci sono sempre stati. Qui da anni. E non è nemmeno nuovo il 5 condotta, su cui personalmente non sono d’accordo. L’ampia normativa scolastica già permette interventi sul comportamento ma il problema principale risulta essere la corretta e condivisa adozione degli interventi disciplinari stessi. L’inasprimento delle procedure del controllo della disciplina non necessariamente apporterà significativi vantaggi”, ha detto il ds.

Sempre più provvedimenti disciplinari

Le problematiche disciplinari si sono moltiplicate, tanto che il numero di ore di lavori socialmente utili nella scuola in questione non è mai stato elevato come in quest’anno scolastico: 400 a carico di 36 alunni, dalle 10 alle 20 ore ciascuno. In questo caso qualche genitore si è lamentato. “Ma abbiamo spiegato loro che l’alternativa era la sospensione, che noi come scuola consideriamo una sconfitta totale, e allora si sono placati”.

Meno felici gli ATA, che seguono i ragazzi nelle diverse mansioni affidate. “Per la maggior parte degli studenti funziona, qualche recidiva è capitata, ma c’è stata persino una ragazza alla quale era stato chiesto di supportare un compagno più indietro che, esaurite le ore stabilite, ha deciso di continuare ad affiancarlo di sua volontà”, ha concluso il dirigente scolastico.

Ddl Valditara, cosa cambia per le scuole

Lo scorso 17 aprile è stato approvato al Senato con 74 sì, 56 no e nessun astenuto il disegno di legge messo a punto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sulla valutazione della condotta, denominato dalla stampa “Ddl Valditara”. Il provvedimento deve ora passare alla Camera.

ll disegno di legge mira a dare peso al voto in condotta, introducendo una casistica dettagliata. Per quanto riguarda le scuole secondarie di II grado, se non si ha almeno il sette in condotta non si viene ammessi all’anno successivo o all’esame. Nel caso il voto fosse pari a sei, si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica, con cinque arriva la bocciatura. Inoltre, l’assegnazione del cinque, e quindi della conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di istituto.

Una delle principali novità consiste nella reintroduzione alle medie della valutazione del comportamento, sostituita con un giudizio dalla ministra Valeria Fedeli nel 2017. La valutazione sarà espressa in decimi e farà media con le altre materie. Intanto piovono critiche, sia in Aula che da parte delle associazioni, per quanto riguarda le scuole elementari, per le quali è prevista l’abolizione del giudizio descrittivo per un ritorno a quello sintetico

La stretta decisa dal ministro Valditara arriva anche sulle sospensioni. Nel caso di provvedimenti che prevedono fino a due giorni di assenza dalle lezioni per gravi comportamenti sarà possibile svolgere il recupero attraverso attività educative a scuola e una verifica finale da sottoporre al consiglio di classe. Nel caso la sospensione superasse i due giorni, si dovranno svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate.

Vengono introdotte anche multe “per i reati commessi in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni è sempre ordinato, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a euro 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa”, si legge nell’emendamento.

Stop ai cellulari a scuola, la circolare di Valditara del 2022

Valditara, nel dicembre del 2022, poche settimane dopo essere stato nominato ministro, ha inviato una circolare alle scuole con le indicazioni da rispettare sull’uso dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi.

Dal documento si legge che è confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007.

Inoltre, sempre secondo la circolare, l’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.

Il ministro, in quell’occasione, aveva dichiarato: “L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare. Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi”.

Il corso

Su questi argomenti il corso Uso dei social e cyberbullismo, in programma dal 23 aprile, a cura di Paolo Bozzaro.