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De Cristofaro (SI), ingiusto licenziare senza indennizzo docenti e Ata precari nei periodi di lockdown

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Il sottosegretario del Ministero dell’Istruzione Peppe De Cristofaro, esponente di Sinistra Italiana, ha voluto sottolineare in un post facebook la sua contrarietà al provvedimento, inserito nella conversione in legge del Decreto Rilancio, ai licenziamenti senza indennizzo dei docenti e personale Ata precari assunti a tempo determinato per garantire la sicurezza nelle scuole, nei periodi di futuri lockdown.

Il post facebook di De Cristofaro

La norma inserita in fase di conversione del Decreto Rilancio che prevede, in caso di nuovi periodi di lockdown o comunque di sospensione dell’attività in presenza, il licenziamento senza indennizzo per i docenti e il personale Ata assunti a tempo determinato per garantire condizioni di sicurezza in vista del ritorno a scuola a settembre, è sbagliata e crea condizioni di ingiustizia, certamente per il personale, ma anche per studentesse e studenti.

Prevedere il licenziamento senza indennizzo per le docenti, i docenti e il personale Ata supplente oltre a rappresentare un’evidente ingiustizia e disparità e un aspetto punitivo nei confronti di professori e collaboratori che contribuiscono con il loro lavoro a garantire il funzionamento del nostro sistema di istruzione, creerebbe condizioni fortemente negative per il percorso formativo delle classi in cui andrebbero a operare i docenti licenziati.

In caso di periodi anche limitati di lockdown o sospensione, infatti, le studentesse e gli studenti si troverebbero a vivere un anno scolastico con una docente o un docente nella prima fase in presenza, un accorpamento ad altra classe nel periodo di didattica a distanza e, in caso di ritorno in aula, la presenza di un nuovo docente supplente per l’ulteriore periodo in classe.
Una condizione, appare evidente, ben lontana dal concetto di continuità didattica e, in generale, di qualità dell’offerta formativa che la scuola pubblica deve garantire”.

Bisogna quindi intervenire per modificare questa norma che rappresenta un danno per la scuola e un inutile accanimento verso le docenti, i docenti e i collaboratori precari, proprio coloro del cui lavoro avremo particolare bisogno per garantire il ritorno in classe in sicurezza.