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Decolla l’anagrafe degli studenti. Ed è polemica.

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Il decreto ministeriale applicativo del decreto legislativo n. 76/2005 in materia di diritto-dovere all’istruzione ha finalmente visto la luce: è il n. 74 del 5 agosto ed è corredato da un ampio allegato tecnico che descrive minuziosamente le caratteristiche del data-base che dovrà contenere tutti i dati dell’anagrafe degli studenti.
In pratica le scuole statali e paritarie dovranno raccogliere i dati relativi agli studenti e inserirli nell’archivio nazionale al quale si potrà accedere mediante apposita funzione del SIDI.
Affluiranno all’Anagrafe non solo i dati personali degli alunni (cognome, nome, nascita, codice fiscale,…) ma anche quelli relativi al percorso scolastico e alla valutazione.
Particolare attenzione sarà dedicata agli esiti degli esami finali di ciclo e agli esami di qualifica.
C’è però un punto del provvedimento che sta già provocando qualche polemica.
L’anagrafe, infatti, dovrà contenere anche dati di tipo sensibile (stato di salute, dati giudiziari, scelte in ordine all’insegnamento della religione cattolica).
E proprio su questo aspetto è già intervenuto il segretario nazionale della Flc Cgil Mimmo Pantaleo che ha dichiarato: “Ci allarma ciò che è contenuto all’art 2 comma 3 circa la possibilità che l’anagrafe possa contenere dati idonei a rivelare lo stato di salute, le convinzioni religiose o di altro genere e dati giudiziari indispensabili ad individuare il soggetto presso il quale lo studente assolve l’obbligo scolastico”.
Pantaleo evoca persino l’ombra di un “grande fratello” che possa controllare gli studenti fin dalla più tenera età:
“Qual è l’uso reale che si vuole fare di quei dati e perché vengono individuati proprio quelle tipologie la cui rilevazione parte dalle scuole elementari ? Non si potrebbero determinare condizionamenti e discriminazioni nei percorsi di istruzione e formazione ?”
“Quel dispositivo 
– conclude Pantaleo –
deve essere immediatamente cancellato perché è lesivo dei diritti civili e delle normative sulla protezione dei dati personali”. 
Le preoccupazioni del segretario della Flc sembrano però un po’ eccessive, dal momento che il decreto ha già ricevuto il benestare del Garante della privacy.
D’altronde l’uso di dati sensibili era già espressamente previsto dal decreto ministeriale n. 305 del 7 dicembre 2006 a firma del ministro Giuseppe Fioroni: erano infatti proprio le schede n. 4 e 5 allegate al decreto a consentire l’uso di dati sensibili degli studenti. 
Sulla polemica interviene anche Viale Trastevere, precisando che “il Ministero non ha accesso ai dati individuali, identificativi degli alunni”
Inoltre, continua il comunicato del Miur, “non vengono richiesti dati sulla religione di appartenenza, come invece viene erroneamente riportato da alcune agenzie di stampa; tutti i dati vengono raccolti e trattati secondo le modalità previste dal Garante della Privacy, che ne ha approvato la costituzione con proprio decreto”. 
“Si tratta pertanto
– conclude il Ministero – di polemiche che non hanno alcun fondamento”.