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Decreto D’Alia: 10 milioni da investire sulla formazione dei docenti su digitalizzazione

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Questo è quanto emerge da alcune riflessioni fatte tra i ministri D’Alia e Carrozza, che vorrebbero risolvere subito i problemi spinosi del personale docente inidoneo all’insegnamento, con l’immediata abrogazione dei commi 13, 14 e 15 dell’articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e vorrebbero risolvere anche l’annoso problema del personale scolastico che aveva maturato i requisiti entro l’anno scolastico 2011/2012 per andare in pensione con le regole pre-Fornero, ma non hanno copertura economica certa per risolvere così ingenti problemi. Quali le soluzioni da mettere in campo riguardo questi problemi? 
SI parla di uno scorporo dei provvedimenti, in modo da prendere tempo per cercare le giuste coperture economiche. Nel frattempo prende corpo l’autorizzazione per l’anno 2014 della spesa di euro 10 milioni per la formazione del personale scolastico con particolare riferimento ai temi della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica. 
Questo provvedimento si inquadra nel contesto più ampio della dematerializzazione dei documenti cartacei tipo registri, pagelle e comunicazioni con le famiglie. Infatti per dematerializzare serve una formazione del personale, volta ad acquisire le giuste competenze sull’ utilizzo di software come i registri on line, che dal prossimo anno scolastico saranno obbligatori. Nella bozza del decreto D’Alia per gli oneri finanziari di tale tipo di formazione, si provvede mediante corrispondente deduzione, nell’esercizio finanziario 2014, dell’autorizzazione di spesa di cui all’art. 1 della legge 18 dicembre 1997, n. 440.
 Il fatto della scorporazione dei problemi più importanti che affliggono il personale scolastico, cioè il problema di quota 96 e quello degli inidonei, preoccupa non poco i sindacati, che ritengono non più rimandabile tali soluzioni. Non resta che attendere il prossimo Consiglio dei ministri per vedere quali saranno le reali priorità. Nel frattempo ci piace dire: “ubi maior, minor cessat”. A buon intenditor poche parole.