La didattica a distanza sta interessando in questa fase non meno del 50% degli studenti italiani: oltre a tutti (o quasi) gli studenti delle secondarie di secondo grado ci sono anche i ragazzi delle seconde e terze delle classi della secondaria di primo grado delle “regioni rosse”; senza dimenticare le numerose classi in cui, per un motivo o per l’altro, si sospendono le lezioni in presenza.
Milioni di studenti e centinaia di migliaia di docenti che tutti i giorni si devo districare con classi virtuali, connessioni più o meno stabili e così via.
E, fra i problemi legati all’impiego della didattica digitale integrata, non vanno dimenticati anche quelli relativi alle “piattaforme” che si usano.
Molti, per esempio, ritengono che dovrebbe essere il Ministero stesso a fornire una piattaforma unica uguale per tutti sia per avere un migliore controllo dei problemi di privacy sia per evitare di doversi affidare a strumenti di carattere commerciale.
Su questo tema parliamo con Stefano Penge, un esperto della materia che si occupa da più di vent’anni di tecnologie didattiche.
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