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Didattica digitale, Unesco la boccia: “Dare più voce in capitolo ai docenti”. In Svezia tornano carta e penna a scuola

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Durante il periodo della pandemia da Covid le metodologie didattiche si sono dovute adattare alle nuove esigenze di studenti e docenti, costretti a stare lontani, fisicamente, tra loro. Secondo un recente rapporto Unesco, come riporta Agenda Digitale, ciò ha avuto molte conseguenze negative.

Un rapporto, redatto dalla divisione Future of Education dell’Unesco parla senza mezzi termini di “tragedia ed-tech mondiale”. Il documento parla delle numerose conseguenze negative, spesso non volute e impreviste, del passaggio all’ed-tech e documenta come le soluzioni tecnologiche abbiano lasciato indietro una maggioranza globale di studenti e descrive inoltre molti modi in cui la qualità dell’istruzione è stata ridotta anche quando la tecnologia era disponibile e funzionava.

I risultati dello studio

I ricercatori Unesco sostengono che la dipendenza senza precedenti dalla tecnologia ha peggiorato le disparità e la perdita di apprendimento per centinaia di milioni di studenti in tutto il mondo, in ogni continente.

La promozione dell’apprendimento online a distanza come soluzione primaria per la pandemia scolastica ha anche ostacolato la discussione pubblica di alternative più eque e meno tecnologiche, come per esempio la trasmissione di lezioni scolastiche via radio o televisione e la riapertura delle scuole per le lezioni di persona in tempi più rapidi.

Nel rapporto si legge che i punti di forza delle esperienze di tecnologia dell’informazione durante la pandemia, pur essendo importanti e meritevoli di attenzione, sono stati ampiamente eclissati dai fallimenti.

I ricercatori dell’Unesco hanno raccomandato ai responsabili dell’istruzione in tutto il mondo di dare priorità all’insegnamento di persona con gli insegnanti, e non alle piattaforme online, come motore principale dell’apprendimento degli studenti, inoltre, hanno incoraggiato le scuole a garantire che le tecnologie emergenti, come i chatbot dell’AI, apportino benefici concreti agli studenti prima di introdurle per uso didattico.

I ricercatori dell’Unesco hanno scoperto che il passaggio all’apprendimento online a distanza tende a fornire vantaggi sostanziali ai bambini delle famiglie più ricche, mentre pone in svantaggio le famiglie a basso reddito.

Per quanto riguarda i risultati dell’apprendimento degli studenti, secondo i ricercatori dell’Unesco, questi si sono bloccati o sono diminuiti drasticamente quando le scuole hanno utilizzato l’ed tech in sostituzione dell’insegnamento in presenza, anche quando i bambini avevano accesso a dispositivi digitali e connessioni a Internet.

I suggerimenti di Unesco

Il rapporto dice anche che gli studenti che imparavano o imparano online passavano e passano molto meno tempo a svolgere compiti educativi formali e più tempo a svolgere compiti digitali monotoni. Il rapporto descrive una routine quotidiana di apprendimento meno basata sulla scoperta e sull’esplorazione che sull’attraversamento di sistemi di condivisione di file, sullo spostamento di contenuti didattici automatizzati, sul controllo degli aggiornamenti sulle piattaforme e in lunghe videochiamate.

Per evitare che lo scenario si ripeta, i ricercatori hanno raccomandato alle scuole di dare priorità all’interesse degli studenti come criterio centrale per l’utilizzo delle tecnologie didattiche. In termini pratici, i ricercatori hanno chiesto una maggiore regolamentazione per gli strumenti di apprendimento online e hanno anche suggerito che sia data più voce in capitolo agli insegnanti sugli strumenti digitali adottati dalle scuole e sul loro utilizzo.

Addio ai tablet usati in classe in Svezia

Nel frattempo, come riporta Il Gazzettino, in Svezia, si sta assistendo ad un cambio di passo importante. Negli anni passati in classe sono stati usati tablet e vari strumenti digitali. Da quest’anno, a quanto pare, questi saranno rimpiazzati dalle tradizionali carta e penna.